Il nostro viaggio con la rubrica “C’era una volta l’antico mestiere”, continua, oggi, parleremo di un mestiere che è quasi scomparso il ramaio, un’attività che nella città di Sarno, <<(quella Sarno, che ha dato i natali a Mariano Abignente (condottiero), Giovanni Battista Amendola (scultore) e Nicola Corrado (operaio trucidato per rappresaglia il 21.9.1943 nei pressi della chiesa di S. Sebastiano, dalle truppe di Kesserling), artista ed eroi della storia patria>>, come anche in altre cittadine dell’ Agro Nocerino-Sarnese un tempo era attività fiorente e anche redditizia, oggi la nostra chiacchierata la facciamo con il sig. Alfonso Mancusi di anni 86, una figura di uomo d’altri tempi, canuto, ma simpatico e gioviale, ben rasato nonostante gli acciacchi dell’età, e dell’uso degli acidi per la sbiancatura del rame, erede di una tradizione di famiglia iniziata dal padre, in un laboratorio del tutto particolare e semplice, come la sua persona, un laboratorio che continua a piantonare stando seduto davanti la porta d’ingresso su una sedia di paglia, anch’essa datata e frutto di lavoro artigianale come il suo che sta scomparendo, il quale con rammarico ci dice che dopo di lui non ci sarà nessun altro ramaio, e lui è rimasto, un pezzo unico, la rarità, ma del passaggio di testimone da padre in figlio ne parlerà lui. Sig. Alfonso a quanti anni ha iniziato questa attività? Iniziai l’attività come apprendista ramaio all’ età di dieci anni, presso la bottega di mio padre, la mia attività ebbe iniziò una mattina che giunsi a scuola impreparato, in quanto mio padre doveva consegnare dei tegami e non studiai, mi giustificai, dicendo che il giorno seguente sarei tornato a scuola preparato, l’insegnante non volle saperne, mi riprese, ma la ramanzina ebbe seguito con alcuni colpi di verga che nl’ insegnante mi diede in mezzo alle mani, a quei tempi, ovvero circa settanta anni fa, quelli erano i metodi di coercizione fisica che si usavano con gli alunni, io, non accettando di buon grado la punizione reagii e venni espulso. Da allora abbandonai la scuola ed eccomi qua. Quali problematiche amministrative incontra la produzione artigianale? Io non esercito più l’attività di ramaio, perché sono pensionato, quindi non verso alcun contributo, ma parlando con altri artigiani, mi dicono che è molto duro per poter portare a casa il guadagno giornaliero. Quindi è difficile oggi creare prodotti artigianali da poter inserire sul mercato? Credo proprio di si ci sono tante novità nel campo industriale e poi in Italia sono arrivati prodotti a basso costo e tanti falsi, non c’è nessuna possibilità di inserire prodotti di natura artigianale. Il consumatore sceglie il prodotto artigianale o preferisce scegliere quelli della grande catena di produzione? Il rame non è un genere la scelta di consumo per tutti i giorni, non si mangia o indossa, bisogna essere amatori, avere la passione, e poi per quanto riguarda la preparazione di cibi ci vogliono le massaie di una volta, oggi che tutti lavorano, il rame fa solo da ornamento in case di amatori. I tempi di lavorazione per la produzione di un oggetto artigianale quanto tempo impegnano? Occorrono giorni di lavoro se non settimane, dipende da ciò che si deve realizzare, per una pentola, una padella si impiegano sicuramente pochi giorni, mentre se bisogna realizzare un copri braciere, in particolare se la cappa poi è ornata allora occorre tempo, pazienza e capacità nel usare gli acidi e gli additivi, e poi non si sa mai quanto chiedere al cliente. La sua attività, sicuramente annovera tra la sua clientela personaggi italiani famosi, ce ne indica qualcuno? Non ho lavorato per persone importanti, ho lavorato per una clientela di persone appassionate del rame, persone di voler custodire nella loro abitazione opere in rame, perché a molti di loro ricordavano i tempi della famiglia di una volta, quando la famiglia era unita ed importante. Consiglia ai giovani di avviare un attività artigianale come la sua? No, non lo consiglio a nessun giovane, io dopo quarantaquattro anni di contributi, oggi percepisco una pensione inferiore a cinquecento euro, è una magra soddisfazione per chi ha lavorato una vita, sono dispiaciuto che l’arte del ramaio scompaia, ma non l’ho fatto fare nemmeno a mio figlio, l’ho sconsigliato a lui come potrei consigliarlo ad un altro giovane, gli farei un torto Un’ultima domanda, lei don Alfonso si ritiene soddisfatto? Sì lo sono, vivo di bei ricordi, e ne parlo, come ho raccontati a lei, ed è una soddisfazione, forse la più bella per me avere persone come lei che vengono qui e colloquiano con me, “cu Fonz O’ Ramar”, che piantonerà questo laboratorio fino a quando Dio vorrà.
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