di Emanuela Coppola
L’attività lavorativa dell’autista di mezzi pubblici è solitamente molto schematica ed è pianificata dettagliatamente in tutti i suoi aspetti. Ma durante il viaggio si possono verificare degli imprevisti come ad esempio incidenti, strade ostruite ed incolonnamenti, in questi casi l’autista si adopera nel fornire i primi soccorsi, prende contatto con le forze di Polizia e segnala ai superiori gli eventuali ritardi e i cambi di itinerario. Dunque un lavoro tutt’altro che facile. E da due anni a questa parte fare l’autista dei mezzi di trasporto pubbblico è diventato ancora più complesso, perchè ci sono nuove regole e maggiori controlli da effettuare. E proprio di questo abbiamo parlato con Alfonso Di Lauro, nato a Maiori nel 1961, autista di bus Sita dal 1983 e al momento con più anni di servizio in Sita Campania. Da dipendente Sita come ha vissuto l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo? “Noi autisti sita abbiamo vissuto la pandemia sempre in prima linea, non esistendo alcuna possibilità di lavoro da remoto”. Come crede che la sua azienda abbia gestito le problematiche legate ad essa? “La mia azienda ha gestito le problematiche della pandemia applicando i vari decreti legge nel momento che entravano in vigore, sia per quanto concerne i viaggiatori che i dipendenti”. Quali conseguenze sia economiche che sociali ha inflitto la pandemia su questa specifica categoria lavorativa? “Le conseguenze economiche ci sono state in quanto molti di noi sono stati in cassa integrazione, ma esse sono difficilmente quantificabili per vari motivi”. E’ certo che si possa garantire sicurezza sanitaria sui mezzi pubblici, anche con l’incremento del turismo nei prossimi mesi? “Non è possibile avere questa certezza perché le variabili in gioco sono molteplici e troppo difficili da gestire, come ad esempio il flusso passeggeri, numero di corse per orario, contatti con positivi, il buon senso dei viaggiatori nell’indossare mascherine, controlli dei green pass……” Dai dati Istat risulta una notevole diminuzione di frequenza dell’uso dei mezzi pubblici; lei si è accorto di questo fattore o a Salerno e provincia non è cambiato nulla? “Anche a Salerno e provincia vi è stata una diminuzione del flusso dei passeggeri”. Lei ha lavorato in costiera nei primi anni di lavoro, com’era la situazione viabilità? Secondo lei è cambiata in meglio o in peggio? “Negli anni ’80 fino alla metà degli anni ’90 la viabilità in costiera era da follia; alle strade strette (che non sono cambiate se non in alcuni tratti), si aggiungeva il pendolarismo dei bagnanti con macchine in sosta selvaggia, lungo la statale da Salerno a Sorrento, veicoli lunghi dodici metri, bus turistici che non avevano il famoso senso unico di marcia Sorrento-Salerno, né limitazioni delle dimensioni, non esisteva la patente a punti con l’alcol test, non esistevano ausiliari della strada né tratti con i semafori, mi sembra abbastanza per dire che la situazione è migliorata nel corso degli anni, ma c’è ancora tanto da fare”. Quali sono le principali cause dei numerosi incidenti in costiera (pullman turistici, traffico motociclistico ecc.) e cosa, secondo lei, si potrebbe fare per evitarli? Sicuramente, una delle cause principali degli incidenti è la poca coscienza con cui molti motociclisti affrontano una strada che presenta non poche insidie sotto tutti gli aspetti, tra i quali anche gli automobilisti, poco esperti della zona, con vetture sempre più ingombranti e performanti e che spesso si distraggono per il panorama o lo smartphone, mentre gli autisti professionali si trovano, loro malgrado, a dover convivere con questa superficialità, e ad essere coinvolti in situazioni che, in alcuni casi, li segnano a livello morale e psicologico. Sicuramente, maggiori controlli e sanzioni più severe avverso a questi comportamenti poco rispettosi sia del codice della strada che della convivenza civile, potrebbero ridurre in percentuale questo fenomeno”. Conosce le ultime problematiche legate alla mancanza di autobus in costiera e ai disagi che vivono gli studenti pendolari? Se sì cosa pensa a riguardo e quali provvedimenti potrebbero essere adottati secondo lei? “Il servizio automobilistico, per quanto attiene alle corse e ai chilometri in concessione, sono pertinenza dell’assessorato ai trasporti della regione Campania e se questi non sono convenzionati, non possono essere svolti a spese delle aziende; di conseguenza, se ci fosse un aumento di chilometri convenzionati, sicuramente ci sarebbero più corse in orari strategici.”