Subappalto e subaffidamento dei lavori per le luci a Capaccio Paestum hanno “costituito merce di scambio tra la Devit spa e il sindaco di Capaccio Paestum Alfieri”. È quanto si legge nell’ordinanza del gip di Salerno nell’ambito dell’inchiesta per appalti truccati nel paese cilentano che ha portato all’arresto di 6 persone, tra carcere e domiciliari, tra cui il sindaco Franco Alfieri. La Dervit, secondo gli inquirenti, ha subappaltato e subaffidato parte dei lavori alla Alfieri Impianti srl, legalmente rappresentata da Elvira Alfieri, sorella del sindaco, ma di fatto riconducibile al fratello “prevedendo un corrispettivo” alla società di “circa 250mila euro”. Un importo che si “configura come il prezzo della corruzione pagata dalla Dervit, dal suo legale rappresentante e dal procuratore speciale, al sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri”, aiutato “dal braccio destro Andrea Campanile” affinché la gara fosse aggiudicata alla Dervit.
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