Franco Alfieri non rassegnerà le dimissioni da sindaco di Capaccio Paestum e, di conseguenza, da presidente della Provincia. Lo avrebbe fatto sapere agli avvocati che lo seguono nel procedimento giudiziario con l’accusa di turbata libertà degli incanti. Forse, un momento di debolezza c’è stato in quei venti giorni di carcere, ma gli arresti domiciliari concessi dal riesame sembrano avergli dato una nuova carica. Così avrebbe fatto sapere di non voler rinunciare alla fascia tricolore né a Palazzo Sant’Agostino, sicuro di poter dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati dall’inchiesta della Procura.Una decisione – o forse una mancata decisione – che sta mettendo a dura prova il Pd. Nei giorni scorsi, i consiglieri provinciali dem si sono ritrovati presso la sede di via Manzo con il segretario provinciale Enzo Luciano, ma Alfieri e la sua storia sembrano essere quasi un tabù. Nessuno ha osato nominare il sindaco, nessuno ha osato chiedere di attenzionare seriamente la questione. Sembra quasi non esistere più nella vita politica del partito, ma forse oggi manca il coraggio di dire ciò che molti sostengono fin dal primo giorno: giusto e opportuno, per il bene dei due enti, fare un passo indietro. Ma chi deve fare il primo passo se Alfieri, dopo aver messo in atto un vero e proprio sistema nel Cilento, non vuole assumersi la responsabilità delle sue azioni?In quella riunione, il segretario del Partito Democratico per la provincia di Salerno si sarebbe limitato a chiedere ai consiglieri se vi fossero particolari problemi, ricevendo un banale no come risposta. Questo perché, si sa, i problemi ci sono e tanti, ma manca la volontà di affrontarli. Per il momento, nemmeno il presidente De Luca – che si è limitato a sputare veleno addosso a quanti hanno osato attaccare e scrivere (ma sul caso Toti il Pd ne ha fatto merce da campagna elettorale, con tanto di protesta sotto la sede della Regione Liguria) contro il suo ex braccio destro – sembra intenzionato a risolvere o approfondire il problema.Stessa situazione a Capaccio Paestum: alcuni consiglieri di maggioranza sono esasperati, preoccupati, vorrebbero poter rassegnare le dimissioni, ma anche in questo caso manca la volontà (o forse, e ci tocca ripeterlo, il coraggio), nonostante la consapevolezza del legame (non di sangue ma affettivo) che vi è tra Alfieri, oggi agli arresti domiciliari nella sua villa di Torchiara, e la vice sindaca: sono consuoceri. «Chi ci garantisce che non ci troveremo presto di fronte a un nuovo scandalo? Una situazione paradossale ma non riusciamo a uscir fuori da questo limbo», fa sapere un consigliere.Va ricordato inoltre che il dirigente del Comune, Carmine Greco, non avrebbe ancora proposto appello al Riesame. Aveva chiesto di sostenere l’interrogatorio di garanzia col gip, interrogatorio mai fatto per motivi di salute. Greco potrebbe parlare, raccontare la sua verità e cambiare, inevitabilmente, le sorti di questa vicenda dai tratti quasi imbarazzanti, per certi aspetti.
Il caso Fondovalle Calore.
L’Amministrazione comunale di Roscigno, guidata dal sindaco Pino Palmieri, accoglie con amarezza, ma con un senso di conferma, i risultati dell’ultima inchiesta giudiziaria riguardante la strada a scorrimento veloce “Fondovalle Calore”.
«Ancora una volta, la nostra comunità si trova a fare i conti con problematiche legate ad un’opera pubblica per la quale avevamo, già tempo addietro, richiesto un intervento delle massime autorità – ha detto il primo cittadino Pino Palmieri – A suo tempo, avevamo avanzato la richiesta di commissariamento dell’opera, preoccupati dalla gestione del progetto e dalle potenziali ricadute negative per il nostro territorio. Purtroppo, la nostra voce non aveva trovato il necessario supporto e l’appello era rimasto inascoltato. Oggi le indagini confermano la fondatezza delle nostre preoccupazioni, evidenziando come la posizione di Roscigno fosse giustificata e lungimirante». L’Amministrazione comunale ribadisce la propria determinazione a tutelare il territorio ed a garantire la trasparenza nella realizzazione di infrastrutture strategiche, e rinnova l’invito alle autorità competenti ad intervenire con decisione per risolvere le criticità emerse. «Siamo consapevoli che il commissariamento richiesto avrebbe potuto prevenire i problemi che ora ci troviamo ad affrontare, e crediamo che l’attenzione delle istituzioni sia oggi più necessaria che mai. Roscigno – ha poi aggiunto Palmieri, commentando gli ultimi sviluppi – continuerà a fare la sua parte per assicurare un futuro sicuro e sostenibile per la nostra comunità ed invita le altre istituzioni locali ad unirsi in questa battaglia di civiltà».