Si alzano, e non poco, i toni ad Agropoli. Il dibattito politico si sposta infatti sugli sviluppi del ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Raffaele Pesce sul voto del 12 giugno. Il ricorrente era intervenuto nella mattinata di ieri: «Fino a questo momento, per serietà, ho usato soltanto termini come “gravi incongruenze”, errori, discrasie. Non ho fatto mai riferimento ad una eventuale volontarietà, ad una preordinazione, ad un disegno.
Avrei voluto continuare a mantenere questo tono, che si confà pure al mio convinto garantismo – ragiona – ebbene, sono emerse risultanze che mi inducono a sostenere ben altro- Pertanto, non posso che assicurare a tutti voi, prima che a me stesso che, a prescindere dall’esito del processo amministrativo, e da tutto quanto ne conseguirà, si percorreranno tutte le strade che l’ordinamento costituzionale italiano prevede a tutela del voto democratico, della verità e della giustizia».
Dal canto suo, anche il sindaco Roberto Antonio Mutalipassi interviene nel merito con parole pesanti e lo fa minacciando querele: «ho dato mandato all’avvocato Domenicantonio D’Alessandro di valutare i presupposti di ogni possibile azione legale nei confronti di chi cerca di strumentalizzare i risultati della prima verifica disposta dal TAR Salerno, lanciando la notizia che il riconteggio delle schede scrutinate presso la sezione 21 decreti la mia sconfitta o peggio ancora insinuando che le incongruenze riscontrate siano in qualche modo a me imputabili – scrive – tengo a precisare, anche a nome della coalizione che mi sostiene, di essere estraneo a qualsivoglia anomalia presente nelle schede elettorali in verifica, per cui ogni insinuazione di un mio coinvolgimento o collegamento con tali fatti sarà perseguita a norma di legge, costituendo un grave attentato alla mia immagine di politico e soprattutto di uomo». Infine, il primo cittadino annuncia che, qualora dovessero essere acclarate le irregolarità, si costituirà parte civile «contro i responsabili».
Mutalipassi non è nuovo a minacce del genere: insieme al suo assessore al turismo Roberto Apicella, ben noto anche per la maestria nell’organizzare feste e serate danzanti in allegria, aveva detto la stessa cosa durante la scorsa estate nei confronti di chi avesse infangato Agropoli o chi l’avesse messa sotto una cattiva luce. La prossima udienza del Tar è fissata per il 7 giugno, giorno in cui i giudici prenderanno una decisione sul futuro di Agropoli: la spada di Damocle rimane lì.