Agropoli, rispettare la filiera: "Ospedale? No grazie!" - Le Cronache Attualità

di Arturo Calabrese

C’è un senso di visto e di rivisto nelle azioni del consiglio comunale agropolese. E non si tratta di quella piacevole voglia di vedere nuovamente un bel film o rileggere un libro, ma si tratta di una triste sensazione di assistere ad un qualcosa di stancamente ripetitivo. Anzi, per essere precisi, non si tratta di una sensazione ma di un qualcosa di vero e proprio.

Ancora una volta, ieri, il consiglio comunale di Agropoli ha bocciato l’ospedale di Agropoli. Lo ha fatto su mozione del consigliere Raffaele Pesce il quale, insieme al collega di opposizione Massimo La Porta, ha ovviamente votato favorevolmente. Tutti gli altri, almeno i pochi presenti, hanno detto un sonoro no all’ospedale e a tutto ciò che ne deriva. Alla luce dell’atto aziendale approvato dalla Regione Campania, che di fatto condanna ancor di più l’ospedale di Agropoli al declino, il consigliere Raffaele Pesce, rappresentante del gruppo “Liberi e Forti”, ha presentato una mozione per chiedere all’amministrazione di fare voti affinché ci fosse un’integrazione.

Risultato? Manco a dirlo una bocciatura. Il consiglio comunale aveva preso inizio alle 9.30 e il punto all’ordine del giorno relativo alla sanità è stato discusso poco prima delle 14.00. Pochi i consiglieri rimasti in aula, ma quei pochi hanno votato contro alla mozione. Si tratta di Mario Pesca, Bruno Bufano, Giuseppe Cammarota, Pietro Paolo Marciano, Francesco Crispino, Giancarlo Santangelo e la vicepresidente del consiglio in quel momento sostituta del presidente Elvira Serra. A dar loto man forte c’è stato ovviamente il sindaco Roberto Antonio Mutalipassi e gli assessori Rosa Lampasona e Emidio Cianciola, rispettivamente sanità e Pnrr.

L’assessore Lampasona, per essere precisi, è stata primario del reparto Covid dell’allora centro presso il nosocomio agropolese. A far indignare, però, sono le parole del sindaco Mutalipassi che legge una relazione depositata agli atti, alla quale hanno probabilmente lavorato i due assessori entrambi medici. Il primo cittadino legge parole come demagogia e strumentalizzazione. Sottolinea, quindi, come le mozioni di Pesce, le interrogazioni, i suoi interventi configurano un modo per attaccare con atti per l’appunto demagogici e strumentali. Probabilmente lo sono anche le tante iniziative della cittadinanza in difesa dell’ospedale.

La filiera del Partito Democratico, alla quale l’amministrazione agropolese è legata, in campagna elettorale ha spesso parlato dell’ospedale di Agropoli e sia col sindaco Franco Alfieri che col sindaco Adamo Coppola, oggi coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, ci sono stati tanti tagli del nastro.

Allora, guarda caso, non si parlava di demagogia e nemmeno quando, nella campagna elettorale vinta da Mutalipassi, in suo aiuto è arrivato il deputato Piero De Luca, figlio del più famoso Vicenzo, il nosocomio era al centro dell’intervento. In ogni caso, l’amministrazione assicura che per salvare l’ospedale agropolese e per ridargli forza si sta facendo di tutto. Forse, e si sottolinea il forse, anche grazie alla ormai famigerata filiera.

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