Agropoli. Per la pubblica accusa Coppola ha ingannato il Consiglio comunale - Le Cronache
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Agropoli. Per la pubblica accusa Coppola ha ingannato il Consiglio comunale

Agropoli. Per la pubblica accusa Coppola ha ingannato il Consiglio comunale

di Pina Ferro

“Ingannato il Consiglio comunale”. Questo in sintesi l’accusa a carico del primo cittadino di Agropoli Adamo Coppola che nei giorni scorsi ha ricevuto, insieme ad altre dodici persone, l’avviso di conclusione indagini in merito all’inchiesta su presunti rapporti collusivi tra il Comune e la società “Agropoli Cilento Servizi”. A notificare il provvedimento sono stati gli uomini della Squadra mobile di Salerno su disposizione della Procura di Vallo della Lucania. Un solo episodio, tra quelli contestati, vede coinvolto il primo cittadino di Agropoli Adamo Coppola. E’ accusato di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, con l’aggravante “dell’errore in atto pubblico determinato dall’altrui inganno”. All’esito dell’indagine e citando atti pubblici precisi, il procuratore capo Antonio Ricci ed il pm Vincenzo Palumbo, infatti, testualmente riportano che “in concorso tra loro e previo concerto, Giuseppe Capozzolo, in qualità di responsabile del servizio finanziario comunale, ed il sindaco con delega al Bilancio, Adamo Coppola, formavano un atto falso quale la proposta del rendiconto dell’esercizio finanziario 2016 del 9 maggio 2017, inducendo così in errore il Consiglio comunale di Agropoli che, con deliberazione n. 27 del 29 maggio 2017, approvava il rendiconto dell’esercizio finanziario 2016, così formando una delibera viziata da falsità ideologica”. Nello specifico, il capo della Procura vallese ed il magistrato inquirente scrivono che i due “nel prospetto denominato ‘composizione del risultato di amministrazione al 31 dicembre 2016’, indicavano falsamente come parte destinata agli investimenti (lett. D) l’importo di euro 2.890.105,29 anziché l’importo di euro 5.942.830,35 in guisa da alterare il valore algebrico negativo del totale della parte disponibile (indicata in euro 6.423.803,53 anziché in -9.476.531,59 euro) così occultando un disavanzo tecnico da recuperare pari ad euro 2.180.403,57 e, per l’effetto, falsando il valore complessivo del disavanzo (tenendo conto che l’obiettivo programmatico 2016 che l’ente non doveva superare era pari a -7.296.128,02 euro)”. Coppola, riguardo la propria implicazione nell’indagine, aveva subito spiegato che “finalmente, con la notifica degli avvisi di conclusione indagini, nella piena consapevolezza di aver agito nel solo ed unico interesse della nostra Città, avremo la possibilità di chiarire davanti al magistrato il nostro operato. Siamo certi di poter fornire tutti gli elementi affinché nessun dubbio possa permanere sulla correttezza e la legittimità di quanto compiuto”. Così come tutti gli altri indagati, il sindaco e Capozzolo hanno 20 giorni di tempo, dalla data di notifica dell’avviso della Procura, per presentare memorie difensive a propria discolpa e/o farsi interrogare per chiarire la propria posizione in ordine ai fatti contestati dal pm inquirente, il quale poi, per ogni singola posizione, deciderà se disporre l’archiviazione del procedimento o chiedere il rinvio a giudizio.