Sarebbero da scomodare i padri costituenti o quelle donne e quegli uomini che in Italia hanno fatto la storia politica, ma sarebbe davvero troppo se paragonati alla classe dirigente, anzi ad una parte di essa, che oggi amministra nel Bel Paese. Qualche esempio, però, potrebbe essere fatto. Aldo Moro, Giorgio Almirante, Enrico Berlinguer.
Tre mostri sacri della società da cui ancora oggi si dovrebbe prendere esempio. Ecco, nessuno di loro, così come anche loro contemporanei, mai si sarebbero sognati uscite poco felici o attacchi pubblici ai loro avversari in occasione di eventi non politici. Da quei grandi amministratori, oggi ci si ritrova ad assistere a vere e proprie pagliacciate, con tutto il rispetto per i pagliacci, o a esibizioni che sarebbero degne dei giullari di corte. Il focus può essere Agropoli, quella ridente cittadina cilentana affacciata sul mare che ultimamente sta molto faticando e che spesso arriva sulle cronache nazionali non certo per aspetti positivi. È il caso dei furti al museo di cui nessun amministratore parla ma per i quali il ministero della cultura vorrà di certo avere notizie. Oltre ai musei, si potrebbe parlare della attenzione assolutamente assente per i disabili: gli attraversamenti sopraelevati non consoni e che costituiscono barriere architettoniche sono ancora lì, nonostante le promesse del sindaco Roberto Antonio Mutalipassi. I furti in città, aggiungo, sono tantissimi e la cittadinanza sta penando di organizzare delle ronde notturne ed armate a causa di una disperazione sempre crescente. In tutto questo, cosa fa chi governa?
Nulla, semplicemente nulla. Anzi no, qualcosa fa: attacca chi parla. Lo fa dai palchi di un evento culturale. Il primo cittadino, affiancato dalla neo consigliera di maggioranza Elvira Serra, accusa il consigliere di opposizione Raffaele Pesce di “saccentezza”. Onore a lui per avere coniato un nuovo termine. Ovviamente, l’assessore al turismo non vuole essere da meno e si è voluto prendere la scena. Lo ha fatto martedì sera durante l’evento della notte blu. Il prode Roberto Apicella, che in città è famoso per le splendide feste di compleanno organizzate, si piazza alla console e si esibisce in una gremita piazza come dj.
Ed è qui, dopo quanto fatto da Mutalipassi, che viene meno il rispetto delle istituzioni di cui sopra. Va bene il divertimento, va bene il dissacrare, ma quando si rappresenta un ente, quando si ha un ruolo così importante, si dovrebbero evitare determinati comportamenti. Amministrare è una cosa seria e non ci si può improvvisare, esattamente come non ci si può improvvisare dj. Nel caso in questione, non è ben chiaro in quale delle due vesti Apicella si sia improvvisato, ma di certo alla console ha dimostrato davvero di saperci fare. Meritatissimi gli applausi per Dj Roberto, come meritati sono quelli che nascono spontanei quando afferra un microfono e infiamma la piazza agropolese.
Come dj è davvero bravissimo, una carriera fulgida ed una strada spianata. Perché dj, giusto così, non ci si improvvisa. Nemmeno assessori, ovviamente, ma da sempre ci si accontenta del panem et circenses, magari con il nome a caratteri cubitali in piazza.