di Clemente Ultimo
E’ venuta a mancare nella giornata di ieri Annamaria Bruzzese, molto nota in città per il lungo impegno profuso alla guida della sezione salernitana della Fondazione Moscati, l’ente filantropico fondato ormai trent’anni fa a Napoli da padre Massimo Rastrelli. Nel corso degli anni sono tanti i salernitani che hanno avuto modo di apprezzare l’impegno della dottoressa Annamaria Bruzzese nel portare avanti l’opera avviata dal sacerdote napoletano, tra i primi a comprendere l’importanza della necessità di combattere la piovra dell’usura non solo attraverso l’assistenza alle famiglie che ne sono vittime, ma anche investendo nella diffusione di una corretta cultura antidebito, in particolare tra i più giovani. Proprio su questo delicato fronte è stata attiva la sezione salernitana della Fondazione Moscati guidata da Annamaria Bruzzese, attraverso la costruzione di percorsi di confronto e formazione con alcuni istituti superiori del capoluogo. Attività che nel periodo della pandemia è stato necessario sospendere, ma che avrebbe dovuto riprendere nei prossimi mesi. Proprio l’ultimo biennio, segnato dalla grave crisi economico-sociale prodotta dalla pandemia, ha visto crescere ulteriormente l’impegno dei volontari della Fondazione Moscati, chiamati a fare i conti con una vera e propria esplosione del fenomeno usura nel salernitano. Un impegno cui Annamaria Bruzzese non si è mai sottratta, consapevole dei danni che l’usura produce all’interno delle famiglie, minandole dalle fondamenta. La cerimonia funebre si terrà questa mattina alle 12,15 presso la chiesa di San Domenico, parrocchia a lungo guidata da don Franco Fedullo, sacerdote che cui Annamaria Bruzzese è sempre stata molto vicina. Nell’ultima intervista rilasciata parlando delle nuove vittime del sistema usurario e di quelle “tradizionali”, Annamaria Bruzzese disse: “I motivi che spingono un individuo, e con lui inevitabilmente la sua famiglia, nelle mani degli usurai sono in buona sostanza sempre gli stessi – spiegò Annamaria Bruzzese -, ad iniziare dal miraggio del guadagno facile, dunque dal gioco d’azzardo in ogni sua forma. C’è poi la malattia grave ed improvvisa di un componente della famiglia. In questo caso per molti lavoratori precari o disoccupati l’impossibilità di accedere ad un prestito bancario si traduce nella necessità di ricorrere all’usura che, in questo caso, è la prima risposta possibile ad un’emergenza che non consente attese”.