di Monica De Santis
“Addio Presidente: grazie e tante volte ancora grazie. Passeranno anni e anni, un giorno si chiederanno il perchè del Nettuno. Perchè dei giovani mutarono tutte le regole obsolete e superate di vita comune? Quei giovani non si rifecero a modelli di vita politica sociale che erano di moda in altri Paesi e anche nel nostro Paese. Sei stato il “maestro” dell’uguaglianza, della libertà e del rispetto. Quei giovani seguirono i Tuoi insegnamenti: mettere l’uomo al centro del rapporto umano con chiunque. Dall’operaio allo studente, dal professionista all’intellettuale, dallo sportivo al politico, dall’imprenditore al disoccupato, ci unisti tutti su nuovi valori di vita comune”. E’ così che Adolfo Gravagnuolo, storico commerciante salernitano ha voluto ricordare l’amico e presidente dei “Nettuniani” Gigino Soldi, venuto a mancare nelle scorse ore. Un manifesto funebre, che l’imprenditore salernitano e tutti gli altri componenti dello storico gruppo di amici, che dal 1967 al 1977, avevano fatto del “Nettuno”, il bar del lungomare Trieste la loro base operativa dove crescere, imparare, sperimentarsi e divertirsi, hanno voluto realizzare, per ricordare, raccontare e salutare Gigino Soldi. “Tra il 1967 e il 1968, che è stato un periodo culturale di vita un po’ anomalo, un gruppo di altri ragazzi muta il significato della frequentazione , non è di livello culturale accademico, non è politico , non e’ studentesco sessantottino, ma assume dei connotati anomali che incidono fortemente nel sociale e nella realizzazione dello spirito libero di ogni singolo partecipante alla nuova aggregazione nascente. Questo gruppo era definito il Gruppo del Presidente Gigino Soldi”, racconta Adolfo Gravagnuolo… “Eravamo più di una novantina di giovani, 15 purtroppo di hanno lasciato. Ricordo tutti i componenti di quel gruppo, Fulvio De Maio altra figura portante del gruppo, l’onorevole Franco Di Comite, Massimo Di Fluri, Raffaella Iuliani, Armida Amendola, Virginia Gaudiani, Gerardo Brucale, Mimmo Pellegrino, Gaetano Avallone, Umbertino D’Agostino, Ladislao Palumbo, Pasquale Vollaro, solo per citarne alcuni. Tutto era nato dal Presidente Soldi, più grande di età ma ricco di saggezza e cultura che seppe pilotare il gruppo nel tenerlo unito. Ci aveva trasmesso la cultura di vita dei letterati universitari californiani Kerouac, Gensberg, professori universitari che con i loro scritti degli anni ‘50, romanzi, poesie posero al centro l’uomo e il suo spirito di libertà assoluta e vivere sempre sulla strada. Tutti noi dobbiamo tanto a Gigino, era una persona speciale, non è retorica la mia, ma davvero il Presidente è stato fondamentale per tutti noi. Uomo per bene, di grande spessore e di grande cultura. Ci mancherà”.