di Andrea Pellegrino
«Acque presumibilmente contaminate da scarichi inquinamenti di colore rosso, nonché acque insolitamente scure». E’ quanto emerge dalla documentazione presentata da un cittadino che ha segnalato fenomeni di inquinamento del fiume Irno. Acque dal colore rosso ma anche schiuma e numerosi pesci morti, secondo il reportage fotografico consegnato al settore ambiente e protezione civile che ora ha rimesso il tutto nelle mani dell’Asl, dell’Arpac, del Noe ma anche dei comuni di Pellezzano e Baronissi. Il dirigente Luca Caselli avrebbe trasmesso anche tutto il materiale fotografico seguito anche da un allarme: «Le acque del Fiume Irno si riversano nelle acque di balneazione di questo comune». Tra l’altro, secondo la ricostruzione della vicenda, non è la prima volta che Palazzo di Città chiama in causa gli enti preposti al controllo del fiume Irno. Il 21 giugno una nuova nota aveva sollevato il problema inquinamento del fiume Irno ed ancora prima – in relazione alla vicenda Pisano e alle indagini Arpac – una nota era stata firmata anche il 20 maggio ed inviata anche all’attenzione del procuratore della Repubblica Corrado Lembo. In quest’ultima nota, in particolare, si segnalava la presenza impropria di tetracloroetilene all’interno del fiume Irno. Si tratta di un composto nocivo per inalazione e pericoloso per l’ambiente e viene utilizzato nelle lavanderie a secco come solvente nello sgrassaggio dei metalli e nell’industria chimica e farmaceutica. Viene classificato, tra l’altro, come rifiuto pericoloso e non può essere smaltito in fognatura. Anche in questo caso Caselli aveva segnalato i possibili danni alle acque di Salerno.