La Regione Campania subentra nella gestione del termovalorizzatore di Acerra e cancella i contenziosi. «Un sostanziale regalo», tuona l’ex assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano. La delibera è dello scorso 4 settembre. Il contratto era stato stipulato nel 2008 – ricorda Romano – e il subentro si sarebbe dovuto consolidare nel 2012, anno in cui il Governo impose alla Regione Campania di “acquistare” l’impianto di Acerra per oltre 350 milioni di euro. La Giunta regionale di allora, presieduta da Stefano Caldoro, si oppose sia alla “vendita” coattiva che al subentro nel contratto, avviando una serie di contenziosi con la presidenza del Consiglio dei Ministri e con la stessa A2A. Oggetto della contestazione della Regione erano anche alcune modalità della gestione che ponevano in capo alla Regione costi che, seppur rientrando nella categoria delle spese “ordinarie”, venivano abbuonati al gestore A2A. In particolare, l’anticipo dei consistenti costi di gestione dell’impianto Stir di Caivano per oltre 9.000.000 di euro all’anno (da recuperare successivamente dalla Sapna, i rilevanti costi dello smaltimento delle ceneri per oltre 15.000.000 di euro all’anno e i costi di alcuni interventi ordinari di manutenzione per un valore di circa 3.000.000 di euro annui: spese che, a norma di Codice Civile, vanno sostenute dal gestore e non certo dal proprietario dell’impianto». La partita in gioco è pari a 27.000.000 di euro all’anno che, nel periodo considerato (2012-2018), portano la cifra rivendicata dalla Regione a 162 milioni di euro. «Stranamente, invece di attendere l’esito dei contenziosi ormai prossimi alla definizione – prosegue Romano – l’attuale Giunta regionale decide di “cancellare” il contenzioso rinunciandovi e, di fatto, di “regalare” 162 milioni di euro ad A2A che ha potuto, soprattutto nel corso degli ultimi anni, beneficiare di maggiori incassi rispetto a quelli preventivati per effetto dell’aumento della quantità di rifiuti smaltiti passati dalle 600.000 tonnellate annue dell’Autorizzazione Integrata Ambientale alle 720.000 tonnellate attuali». Non solo, incalza l’ex assessore regionale all’ambiente: «La Regione decide anche di continuare a sostenere per altri sei anni, fino alla scadenza del contratto fissata al 2025, i costi dello smaltimento delle ceneri e delle manutenzioni ordinarie per complessivi 108 milioni di euro e di far continuare a pagare, di fatto, i costi dello Stir di Caivano con i ricavi della vendita di energia elettrica del termovalorizzatore per poi, eventualmente, recuperarli. Riteniamo che il danno erariale causato dalla rinuncia ai contenziosi e dal subentro sia tale da giustificare l’intervento della Corte dei Conti alla quale invieremo un dettagliato esposto su quanto avvenuto informando anche l’Autorità Nazionale AntiCorruzione. Così come chiederemo di fare chiarezza su tutta la vicenda rispondendo ad una domanda che sorge legittima: il particolare “trattamento” riservato dall’attuale Giunta Regionale ad A2A può essere messo in relazione alla “disponibilità” della stessa A2A a partecipare, come unica concorrente, alla manifestazione di interesse per la realizzazione presso lo Stir di Caivano dell’impianto di trattamento dei rifiuti imballati? In tale occasione, però, A2A ha “suggerito” di portare il costo di trattamento dai 142 euro a tonnellata previsti a 166 euro. E, guarda caso, questo è l’importo messo a base della gara bandita qualche settimana fa».
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Gli interinali al Governatore: «Prenda a cuore la nostra storia»
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