Partecipazione nutrita e sentita della cittadinanza ai Festeggiamenti del LXXIV anniversario della Liberazione. L’invito dei rappresentanti delle istituzioni a difendere i principi donati dalla Resistenza senza cedimenti
Di OLGA CHIEFFI
Resistere significò saper dire di no [… La resistenza] è stata odio della guerra, guerra contro la guerra, rifiuto della guerra fascista; la resistenza fu volontà di ritorno agli affetti, alla casa natale, agli studi, al lavoro, alla pace. Questi i principi ribaditi con forza e convinzione da tutti i rappresentanti delle varie istituzioni che si sono ritrovate ieri mattina, in una mattinata brillante, a celebrare il 25 aprile festa della Liberazione dell’Italia dal giogo nazifascista. Messa nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù celebrata dal cappellano della Polizia di Stato, quindi, in piazza Vittorio Veneto l’omaggio alla medaglia d’argento ten. Ugo Stanzione, il più noto tra i 96 salernitani che si sacrificarono nella Resistenza. Il valore più importante della Resistenza resta ancor oggi la partecipazione. Battersi perché questa libertà conquistata con il sacrificio e con la morte permanesse nel tempo, per le generazioni a venire, a futura memoria. Del resto i partigiani volevano la libertà per poterla vivere fino in fondo, per consolidarla, per consegnarla come garanzia ai giovani. E ieri, la partecipazione si è toccata con mano. Dietro la banda di Giffoni Vallepiana, sono sfilati, oltre gli stendardi del nostro comune, della Provincia, della Croce Rossa, diversi labari dei comuni viciniori, poi striscioni e bandiere delle organizzazioni partigiane, quelle sindacali, l’Arci, l’Associazione Marco Amendolara, numerosi cittadini che hanno voluto stringersi e riconoscersi in quei valori e principi che costituiscono la carta d’identità della nostra nazione. I discorsi sono stati pronunciati stavolta, dinanzi al monumento ai caduti del mare. Dalla città che fece segnare la svolta verso una storia diversa parte un messaggio di civiltà, unione e democrazia, condivisa. Ad aprire la danza delle riflessioni, il Prefetto Francesco Russo, il quale ha ribadito l’importanza della Resistenza nel Sud Italia, il contributo delle popolazioni della nostra provincia, passando a volo d’uccello sulle date e le tappe dell’operazione Avalanche. Quindi, il Sindaco Vincenzo Napoli infiamma la piazzetta del Marinaio, al Lungomare Trieste, sottolineando che la democrazia va alimentata ogni giorno ed attacca i tifosi della Lazio. Dal palco, derogando dal messaggio ufficiale scritto ieri prima della semifinale di Coppa Italia tra Milan e Lazio, ha detto: “Salerno s’inchina e rende onore ai caduti per la Libertà. Questo sacrificio ci permette oggi di celebrare la Liberazione e di riaffermare i valori costituzionali fondamentali: democrazia, giustizia, solidarietà. Queste conquiste vanno difese ogni giorno con fermezza e con coraggio senza nessun cedimento e senza nessuna negoziazione”. “È intollerabile – continua – che sia stato srotolato uno striscione ed inneggiato a Mussolini a Piazzale Loreto: non possiamo e non dobbiamo permetterlo! Le Istituzioni, le Forze Armate e dell’Ordine, la Società Civile, la Scuola, i Lavoratori e le Imprese devono impegnarsi ogni giorno, come insegnava Calamandrei, per rendere viva la Costituzione. Un monito che sentiamo particolarmente nostro a Salerno, Capitale ideale, politica ed istituzionale della Nuova Italia nata dalla Resistenza e dal Risorgimento. Continua Michele Strianese, presidente della Provincia di Salerno, evidenzia che i festeggiamenti del 25 aprile non sono uno stanco rituale, un mero esercizio retorico, rimarcando il riconoscimento alle donne e agli uomini cattolici e laici, che dettero vita ad una pagina straordinaria della storia d’Italia, patrimonio comune di una nazione intera, senza alcuna fazione o barriera. Preoccupa l’avanzare di nuovi nazionalismi e forme di razzismo diffuse, di paura e diffidenza, di disorientamento, s’innalzano muri e disegnano confini. I padri della patria hanno combattuto ricchezza di peculiarità diverse ma unite in un’unica identità nazionale che bisogna tramandare i giovani ed invitarli a studiare la storia, una storia che ha scritto per tutti la parola Libertà, per scongiurare derive preoccupanti. Chiediamo a tutti l’impegno di educare le nuove generazioni ai principi democratici e antifascisti donatici con tanta abnegazione e sacrificio. Significativi gli interventi degli studenti della Consulta provinciale, che hanno citato Ungaretti, Pertini, invitando ad essere democratici in eterna allerta, senza mai dimenticare ciò che è stato e ciò che ancora si deve costruire, chiudendo con un pensiero alle donne che tanto hanno fatto nella lotta di Resistenza”. Dopo il saluto di Michele Pirone, in rappresentanza della CGIL di Salerno, che ha insistito sulla serenità sociale e sul lavoro, e sul dialogo tra le istituzioni per ridare speranza nel futuro come allora, le conclusioni sono state affidate ad Ubaldo Baldi, responsabile della sezione dell’A.N.P.I. provinciale di Salerno, il quale ha ricordati i combattenti salernitani caduti al Nord Ortensio Celano e Nicola Monaco, unitamente Franco Antonicelli, condannato a cinque anni di confino ad Agropoli
ridotti ad alcuni mesi per l’amnistia decretata per la conquista dell’Impero, ospite del comune cilentano tra il ‘35 e il ’36, mesi trascorsi dipingendo paesaggi e raccogliendo canti cilentani. Tornato a Torino, parlò ai suoi allievi di miracolo della resistenza una fede unica, una mentalità compatta, che unì l’intero stivale. Spontaneo, si è levato il canto della piazza, unita, nell’intonare Bella Ciao, oggi, come allora, protettrice della democrazia e della Libertà.