Al via dalla piazza di Roscigno il viaggio in venti tappe del festival giunto alla sua XXXV edizione, sottoscritto da cinque comuni con Campagna capofila, per la direzione artistica di Antonello Mercurio. Giovedì 18 agosto taglio del nastro con il Francesco Citera quartet e progetto Oìza. Tra i protagonisti in cartellone, il violinista Giuseppe Gibboni, Enzo Gragnaniello, Diego Caravano e l’attrice Nadia Rinaldi
Così ha inizio la storia di Adamo e di Eva, cioè la storia degli uomini, secondo gli Apocrifi del Vecchio Testamento: “Dopo che furono cacciati dal Paradiso, costruirono una capanna e passarono sette giorni piangendo e gemendo in grande afflizione. Dopo sette giorni, però, provarono fame e cercarono del cibo che potessero mangiare, ma non lo trovarono(…) E Adamo si mise in cammino per tutta la terra….” Il viaggio nasce dalla trasgressione, è la trasgressione. E come ogni violazione comporta sofferenza, tensione radicale, disagio e timori, ma anche conquista di conoscenza. Si è osservato che travel, viaggio, e travail, il travaglio del parto, hanno in inglese la stessa radice. Patimento e vita nuova, nella medesima esperienza. Questa commistione benefica e dannosa si pone anche nei due termini di hospes e hostis, l’ospite e il nemico, il viaggio resta comunque una scelta di libertà. Libertà che nella XXXV edizione de’ “’A Chiena” ci porterà dal 18 agosto al 17 dicembre in giro sui sentieri naturali e interiori della provincia salernitana, per conoscere la nostra storia, le nostre tradizioni, la nostra musica, il nostro artigianato, la nostra terra, la nostra lingua, per costruire finalmente una nostra identità. Il messaggio dell’intero cartellone è chiaro ed iridescente, come quello delle arti perché realizzati con spirito di fiducia, nella speranza di stimolare, in particolare nelle giovani generazioni quell’impennata di orgoglio per le proprie radici, strabilianti, e diverse. E nel dire le cose, nel dire il silenzio presente nel romanzo delle cose, i cinque sensi nel loro domandare devono riaccendere la meraviglia. Meraviglia che non è solo incanto o superamento estatico della ragione, ma è e continua ad essere riflessione: la riflessione del cogito che prova insieme l’angoscia del silenzio – ossia della morte – e la gioia della parola nel suono delle cose. Venti appuntamenti ci porteranno a riscoprire borghi invisibili, quali Roscigno Vecchia, Serre, Palomonte, San Cipriano Picentino, amministrazioni guidate da sindaci che con Campagna capofila credono fermamente che le bellezze di ieri possano essere volàno per il futuro. “E’ un progetto che sposa in toto – ha dichiarato il sindaco di Campagna Roberto Monaco – l’idea di turismo della Regione che intende allungare la stagione turisitica e destagionalizzando eventi prestigiosi, come quello che ospiteremo a Campagna il 20 agosto, con il nostro concittadino Giuseppe Gibboni Premio Paganini 2021”.
Il viaggio inizierà oggi, nella piazza di Roscigno, alle ore 21,30 ove si esibirà il fisarmonicista Francesco Citera in quartetto, composto da Pietro Ciuccio alle percussioni, Davide Sorrentino al basso e Angelo Loia alla chitarra, con il progetto Oìza, che schiera oltre i precedenti strumentisti, Sergio Scavariello voce e le danzatrici Milena Acconcia ed Eleonora Citro. Basteranno le prime note di un paio di celebri pagine come “Tango pour Claude” e soprattutto “Fou Rire”, per sentire il profumo di un bistrot parigino, malinconia primaverile, ragazze sorridenti. Il viaggio continuerà verso l’Argentina, per rispolverare la lezione del grande Astor Piazzolla ma naturalmente riletta sul filo dell’Hazardus, tra cultura “alta” e popolare, vicina ai suoni del nostro Cilento, in un mix irresistibile e, ancora, un’evocazione della sigla in stile musette del cartone animato Lupin III, brani originali quali Ugnardè, e virtuosismi tra Czardas, Cavaquinho e ragtime prima maniera. Venerdì 19 agosto in Roscigno Vecchia alle 21,30 verrà inaugurata la sezione teatrale Borghi Invisibili, affidata alla creatività e alla regia di Pasquale De Cristoforo. I borghi hanno un fascino particolarissimo, sono pieni di vissuti antichi e vuoti d’abitanti. C’è un gran da fare per rendere loro giustizia e dare alle nuove generazioni una possibilità di riscoprirli nelle loro memorie più antiche. Ecco, allora, che si è pensato di affidare ad un bravo scrittore salernitano, Domenico Notari, la scrittura di quattro racconti che potessero far rivivere antiche “fole” dei quattro borghi interessanti dal progetto Roscigno, Palomonte, Serre e San Cipriano Picentino. Insieme ai racconti letti dallo stesso Pasquale De Cristofaro, ci saranno tanti giovani musicisti che con la loro musica faranno vivere alcun angoli di questi splendidi borghi, mentre i visitatori nel breve ma intenso percorso, saranno accompagnati dagli attori Gabriele Bacco, Michela Ventre e Mario De Caro che interpreteranno una breve e lieve drammaturgia dedicata alla luna, agli amori e all’incanto della poesia. Il 20 agosto l’appuntamento è nella Cattedrale di Campagna, dove il violinista Giuseppe Gibboni torna ad esibirsi, da vincitore del Premio Paganini con l’ Orchestra Sinfonica Internazionale della Campania diretta da Leonardo Quadrini, in un luogo simbolico per i suoi concittadini, per donar loro la sua speciale interpretazione del I concerto del genio genovese. Il 20 agosto Borghi Invisibili toccherà Palomonte, Serre ospiterà lo spettacolo il 22 agosto, mentre il tour si chiuderà in autunno il 21 settembre, nello scenario di San Cipriano Picentino. Si ritorna a Campagna per “After ‘a Chiena Jazz” dal 26 al 28 agosto con ben cinque concerti che animeranno Piazza Palatucci con inizio alle ore 22 e il chiostro del comune, per il concerto di mezzanotte e due masterclass il 27 e il 28 agosto: la prima tenuta da Francesco Buzzurro “Improvvisazione e arrangiamento per chitarra solista”, che si terrà nella Sala Gelsomino D’Ambrosio a Palazzo di Città e la seconda affidata a Catello Gallotti e Antonello Mercurio circa “La composizione del canone”, ospite della Confraternita del Monte dei Morti Beata Vergine del Carmelo. La prima giornata di concerti, il 26 vedrà Leïla Duclos & Max Barrella gipsy quartet, che presenterà il suo album “Fille du feu”, un primo opus di canzoni originali dove rivela la sua personalità musicale, in particolare nel virtuosismo del suo scat. Questo progetto di grande ecletticità musicale, rivela attraverso i suoi diversi colori, la singolarità artistica della vocalist, una vero funambola del pentagramma. In seconda battuta Dissonanzen, che presenta “Le avventure del principe Achmed”, un lungometraggio d’animazione di Lotte Reiniger che si ispira a una storia tratta da “Le mille e una notte”, una sonorizzazione dal sapore jazzistico, un omaggio, all’avanguardia cinematografica tedesca degli anni Venti del secolo scorso, con la sonorizzazione live di uno dei primi esempi di cinema d’animazione. Il 27 agosto i due concerti presenteranno due solisti d’eccezione, il chitarrista Francesco Buzzurro, il quale reinterpreterà con personali arrangiamenti, il song-book di George Gershwin, il tango moderno di Astor Piazzolla, passando per il linguaggio del grande Tom Jobim, con la sua immaginazione armonico-ritmica, e l’omaggio al grande Django Reinhardt, la mano sinistra del diavolo e Diego Caravano con il progetto “Del Risuonare”, in cui la voce interagirà con l’elettronica, tra melodie andando a creare uno spazio acustico di ascolto e ricerca, tra pagine originali e le gemme dell’epoca d’oro della tradizione partenopea E.A Mario, S. Di Giacomo, passando poi Thom Yorke, Chico Buarque, Sufjan Stevens, sino a Pino Daniele, figure di un florilegio di brani di musica serafica. La tre giorni in jazz sarà chiusa il 28 agosto dal Marco De Gennaro quartet un latin project, fresco e coinvolgente. Campagna subì un ferale bombardamento il 17 settembre del 1943 e, per non dimenticare quella giornata alle ore 21,30, nel chiostro del comune andrà in scena “La pietra oscura” di Alberto Conejero , con Alessandro Tedesco e Andrea Palladino, per la regia di Pasquale De Cristofaro: una stanza in un ospedale militare vicino a Santander; due uomini che non si conoscono e che sono costretti a condividere le ore terribili di un conto alla rovescia che potrebbe concludersi con la morte di uno di loro all’alba. Un segreto avvolto dal rimorso e un nome che risuona sulle pareti della stanza: Federico. Rimane solo la custodia di alcuni documenti e manoscritti come ultimo gesto d’amore. Ispirato alla vita di Rafael Rodríguez Rapún, studente di ingegneria mineraria, segretario della Barraca e compagno di Federico García Lorca negli ultimi anni della loro vita, The Dark Stone è un pezzo vibrante sulla memoria come spazio di giustizia e anche sulla bisogno di redenzione. Un testo in cui tensione drammatica e pulsione poetica si uniscono per sollevare interrogativi sulla naturalizzazione del nostro passato più recente e sul destino dei dimenticati nei fossati della Storia. Il 20 settembre, nell’ambito della sezione “Percorsi e vutate” ci ritroveremo sul sagrato della chiesa di Sant’Eustachio in San Cipriano Picentino, alle ore 21,30 per ascoltare il quartetto del sassofonista Daniele Scannapieco, con il fratello Tommaso al contrabbasso, Michele Di Martino al piano e Luigi Del Prete alla batteria, un progetto molto affiatato, dotato di un grande interplay e una spiccata vocazione al mainstream. Il mese successivo si resta a San Cipriano dal 29 al 30 ottobre, dove in occasione della Sagra delle Castagne, andrà in scena “A ‘ncziat”, un percorso di teatro studio, tratto da un lavoro di Gennaro Saviello e Maurizio Mele, per la regia Antonello De Rosa. La comunità si racconta e si mette in scena attraverso una drammaturgia già esistente: si racconta di un antico rito nunziale, di origine pagana, particolarmente caro alla tradizione della comunità sanciprianese. Per l’occasione, il Festival presenta questo interessante spaccato di memoria collettiva affiancando le maestranze locali con professionalità del calibro di Nadia Rinaldi. I colori dell’autunno inoltrato si godranno su sentieri particolari, fisici e immaginari a Palomonte percorreremo “Il sentiero della laura della Sperlonga”, quello della fuga a Campagna, il sentiero delle acque a San Cipriano Picentino, per chiudere a Serre con quello dell’oasi. Il 4-5 novembre tutti all’opera, grandi e piccini per andare a catturare “La luna nel pozzo” insieme a Capino, protagonista della fiaba lirica “iniziatica” di Antonello Mercurio, che in collaborazione con il conservatorio di Salerno “G. Martucci, unitamente a Flavia D’Aiello e i suoi pupazzi e burattini, il narratore Nando Citarella e il regista Pasquale De Cristofaro, invita tutti ad un opera-lab nell’Ex Convento dei Cappuccini in S.Martino, a Campagna. L’11 novembre si celebra San Martino Vescovo di tour, patrono dei sommelier, dei bottai, di cavalli e cavalieri, nonché degli uomini ammogliati e fidanzati, ovvero il festeggiamento della fine dell’anno agrario, con la raccolta degli ultimi frutti e l’ultimo banchetto prima del Natale, riscaldato dal tiepido sole che prelude ai giorni più corti, bui e rigidi dell’anno, legato al miracolo della divisione del mantello tra i mendicanti e al miracolo della sua estate, avverrà a Serre con Cafè Loti con lo spettacolo “In taberna dai canti dei caminantes ai carmina burana popolari”, alle ore 21 nel Palazzo Ducale, mentre il giorno successivo, il 12 novembre, negli stessi spazi si terrà un workshop con concerto, alle ore 21, a cura di Nando Citarella su “Canti di Voci lontane e di Terra Madre”. A dicembre a Serre si festeggerà l’oro giallo, l’olio con “Feste, riti e lanterne ad olio in occasione della IV edizione della Festa dell’Olio. Tre serate dal 9 all’ 11 nel corso delle quali si esibiranno Piera Lombardi, Enzo Gragnaniello e i Tamburi del Vesuvio. Doppia chiusura il 17 dicembre per il Festival con l’orchestra vocale del Conservatorio G.Martucci di Salerno in “A cappella X-Mas Show “alle ore 18 nella chiesa madre di Palomonte, con le carols natalizie più amate racchiuse in uno spettacolo ironico e sorprendente, in cui le voci umane si trasformeranno in veri e propri strumenti, per poi alle ore 21, spostarsi a Campagna per “Aspettando i Fucanoli” ad un mese dalla festa di Sant’Antonio Abate, una levata del panno che festeggeremo attorno al fuoco con Angelo Loia e il Progetto Oìza, in cui si assisterà ad una mescolanza di stili che porteranno lo spettatore a partecipare attivamente alla scoperta del ruolo centrale del territorio cilentano all’interno dell’area mediterranea. Gustare la poesia della musica tradizionale del mare nostrum significa provare ad entrare “dentro” il vissuto e l’immaginario delle donne e degli uomini la cui storia ha “creato” i canti che ci sono stati tramandati dalla memoria collettiva.