di Marta Naddei
Tutto pur di non parlare del caso De Luca. Il rinvio in toto del Consiglio comunale di Salerno, previsto per la mattinata di domani, non convince nessuno. In particolare le forze di opposizione, che si sono duramente scagliate contro la decisione dell’Amministrazione comunale di rinviare a data da destinarsi l’Assise cittadina, al cui ordine del giorno erano previsti 12 punti di discussione, tra cui quello della situazione di incompatibilità del primo cittadino. Una decisione maturata dopo le dimissioni del premier Enrico Letta: senza più il Governo Letta, in sostanza, verrebbe a cadere anche la situazione di doppio incarico in cui versa il primo cittadino. Ma dal punto di vista strettamente tecnico-normativo, infatti, De Luca è ancora sottosegretario di Stato del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e lo sarà fin quando il nuovo esecutivo nazionale targato Renzi non avrà prestato il proprio giuramento. Già, perché secondo normativa, lo stesso Governo dimissionario resta in carica fino all’insediamento del successivo, al fine di non creare vuoti di potere. Per quanto riguarda le questioni di opportunità, è chiaro, è tutt’altra storia ma dal momento che, nel corso degli ultimi 10 mesi, a Palazzo di Città si è più volte gridato allo scandalo per la mancata applicazione delle normative, il caso del rinvio del Consiglio comunale assume tratti curiosi. Ma volendo tralasciare, per un attimo, l’aspetto relativo alla questione della decadenza di Vincenzo De Luca, all’ordine del giorno del consesso cittadino c’erano anche alcuni project financing ed anche la questione della rateizzazione della monetizzazione delle aree standard. Non c’era la richiesta di ritiro della delibera della vendita della Centrale del Latte, altro argomento tabù in Consiglio comunale. Insomma, la domanda è: perché rimandare tutto e non ritirare, semplicemente, l’ordine del giorno relativo alla decadenza di De Luca? Molto dura la posizione del coordinatore cittadino di Forza Italia, Antonio Roscia, che ha parlato di «patetica soap opera, di cui De Luca è attore. Il rinvio è frutto diretto di un ukase dello zar di Salerno che ha così deciso, in barba ai capigruppo comunali, alle modalità regolamentari ed alla opportunità politica. Il Governo resta in carica per la ordinaria amministrazione fin quando non giuri il nuovo con annessa incompatibilità. Appare straordinario il disprezzo per Salerno, poiché all’ordine del giorno figuravano anche altri temi di interesse collettivo. Delle modalità con cui è stata annullata la seduta è rimasto stupito il consigliere forzista, Salvatore Gagliano che pur ritenendo condivisibile la scelta di non votare la incompatibilità («sarebbe stato inutile»), ritiene che il Consiglio comunale «avrebbe fatto bene ad esprimersi sugli altri ordini del giorno». Nel frattempo, comunque, prendendo le distanze dalla posizione di Roberto Celano, Gagliano auspica, per il sindaco De Luca, «un incarico prestigioso, affinché possa beneficiarne la città di Salerno». Anche il portavoce cittadino di Fratelli d’Italia Rosario Peduto ha commentato: «Renzi e De Luca sono ossessionati dal potere. Disprezzano la democrazia»