Viaggio al termine della notte, la sinfonia letteraria di Céline - Le Cronache
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Viaggio al termine della notte, la sinfonia letteraria di Céline

Viaggio al termine della notte, la sinfonia letteraria di Céline

Questa sera alle ore 19, il “Club della lettura” di stanza al teatro Ghirelli riflette sulla figura di Louis Ferdinand Céline. Domani alle ore 16, taglio del nastro del progetto Young di Morena Pauro dedicato a Gianni Rodari, in occasione del centenario della nascita

 

Di OLGA CHIEFFI

Torna, questa sera, alle ore 19, per il secondo giovedì, il Club della Lettura al teatro Ghirelli, con “Viaggio al termine della Notte” di Louis Ferdinand Céline. Francesco D’Acunto, Andrea Carraro, Matteo De Cesare ed Eduardo Scotti, rifletteranno su di una voce insolita, quella di Louis-Ferdinand Céline, scrittore estraneo alle società letterarie, sradicato che si esprime all’inizio dei novecenteschi anni Trenta, dopo la rivoluzione industriale, il nuovo benessere, le svagatezze della Belle èpoque, seguite dalla grave crisi economica e finanziaria iniziata con il crollo della Borsa di Wall Strett nel 1929 in un ambiente che risente della caduta delle ottimistiche idee di progresso: caduta accompagnata dal dissolvimento dei valori, dal degrado sociale e dagli squilibri politico-economici di un’Europa che, perse le proprie certezze, si consegna ai due conflitti mondiali del Novecento, al tempo, in Francia, del grande romanzo culminante nei nomi di Proust, Gide, Maurois, Green, Malraux, fino alla letteratura parafilosofica di Sartre e Camus. Al dattiloscritto di Viaggio al termne della notte giunto all’editore Denoel è acclusa una nota dove lo stesso Céline spiega di aver scritto “un romanzo drammatico in uno stile assai singolare di cui non ci sono molti esempi nella letteratura. Una specie di sinfonia letteraria, più emotiva di un romanzo realista; è pane per un intero secolo di letteratura”. Scritto in prima persona, Viaggio al termine della notte, include all’estremo, nel bene e nel male tutto l’umano. Audace, disinibito e traumatico, è stato redatto in una lingua discordante con i canoni tradizionali e oggi è letto in tutto il mondo. Il romanzo di Céline segna una rottura con la tradizione delle lettere e sembra scritto per demolire ogni pregressa sicurezza non solo letteraria, adottando un lessico polisemico, svariante dal tragico, all’umile, al figurato, al grottesco. E’ l’immaginazione che introduce lo speciale sistema di pensiero di Céline, mobilitando e reinventando il reale, ricercandone verità nascoste e nello stesso tempo, intridendo la lingua francese di una inusitata espressività, lo scrittore francese escogita una misura inedita, trasgressiva e illuminante, della letteratura del Novecento. Domani, alle 16, taglio del nastro per il progetto Young, di Morena Pauro, realizzato in collaborazione con le Nuvole, con l’evento Rodari. 100 anni,  1000 storie, un pomeriggio di festa – organizzato in tutta sicurezza seguendo scrupolosamente le vigenti norme su allestimento e sanificazione degli ambienti oltre che di accesso del pubblico, in occasione dei 100 anni dalla nascita di Gianni Rodari con tre performance dal vivo proposte in 90 minuti di spettacolo consecutivi. Il pomeriggio, dedicato alle famiglie che prenderà il via alle 17, al Teatro Ghirelli sarà anticipato alle ore 16 dal percorso di formazione riservato a docenti di ogni ordine e grado e riconosciuto dal Miur “Rodari. Una storia fantastica”, a cura di Salvatore Guadagnuolo e Peppe Coppola, sulle tracce del grande varesino. Ricordiamo la sua “Grammatica della Fantasia” e l’importanza del sottotitolo: Introduzione all’arte di inventare storie. Sì, l’obiettivo del più geniale e rivoluzionario scrittore per l’infanzia del Novecento italiano era proprio questa: teorizzare la fantasia; mostrare, e di-mostrare, che anche l’immaginazione è sottoposta a regole, leggi e direttive, e che ci sono dei trucchetti per stuzzicarla e farla venire fuori. Rodari, con la Grammatica della fantasia, vuole insegnare a tutti l’arte di inventare storie per bambini: in due parole, vuole rivelare i ferri del mestiere.