Il 20 settembre, oltre a votare per le elezioni regionali, tutti gli italiani saranno chiamati a votare per il referendum sul taglio dei parlamentari. Ne parliamo con una rappresentante del Movimento 5 Stelle, la deputata Anna Bilotti. Anna Bilotti, di Giffoni Valle Piana, è alla sua prima legislatura. Avvocato penalista, ha seguito da membro della Commissione Affari costituzionali della Camera l’iter per la nuova legge elettorale che accompagnerà il taglio dei parlamentari. Da pochi giorni è passata alla commissione Giustizia ed è inoltre componente della Giunta delle elezioni e della Commissione d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. È stata relatrice del decreto elezioni, che in seguito all’emergenza sanitaria ha rinviato in autunno le consultazioni amministrative previste per la scorsa primavera accorpandole con il referendum costituzionale. Quale sarebbe la nuova composizione numerica del parlamento se la riforma dovesse passare? “La riforma prevede che il numero dei parlamentari si riduca da 945 a 600. Parliamo di un taglio del 36,5%, qualcosa che prima della nascita del Movimento 5 Stelle si sarebbe fatto fatica persino a immaginare. Nel dettaglio, scenderà da 630 a 400 il numero dei deputati e da 315 a 200 quello dei senatori elettivi. Dico “elettivi” perché bisogna tener conto anche dei senatori a vita che possono essere nominati dal presidente della Repubblica. Noi interveniamo anche su questo aspetto, sciogliendo i dubbi interpretativi sull’articolo 59 della Costituzione e chiarendo che i senatori a vita in carica non possono essere più di cinque”. Quale è l’orientamento di voto del Movimento 5 Stelle per questo referendum? “La riduzione del numero di deputati e senatori è uno degli obiettivi che il Movimento si pone sin dalla sua nascita. Come promesso, lo abbiamo portato all’approvazione del Parlamento. Si calcola un risparmio di 300mila euro al giorno che è un dato importante quanto il differente approccio al sistema istituzionale che ci proponiamo di realizzare. Partendo dal presupposto che l’efficienza dei lavori parlamentari non è legata alla quantità ma alla qualità della classe politica, con la modifica dei regolamenti parlamentari si assisterà a un procedimento molto più fluido ed efficace che si tradurrà per i cittadini nel doppio beneficio: da una parte risparmio economico, che nessuno è autorizzato a considerare irrisorio trattandosi di soldi destinati al benessere collettivo, dall’altro un sistema che sarà messo in condizioni di lavorare in modo più agile e sarà quindi in grado di fornire risposte puntuali. Sarà rafforzato il rapporto diretto del cittadino con il parlamentare, più facilmente individuabile”. Cosa vorrebbe dire ai suoi concittadini intenzionati a votare per il “no”? “Le condizioni della nostra democrazia sono cambiate da quando i padri costituenti individuarono il rapporto tra elettori ed eletti in relazione al numero degli abitanti. E sono cambiate anche da quando, nel 1963, una legge costituzionale inserì in Costituzione il numero dei parlamentari. In entrambi i momenti l’adeguatezza della rappresentanza fu valutata sulla base degli strumenti di cui si poteva usufruire: non c’era connettività, non c’era interazione, non c’era la diffusione dell’informazione. Il tempo ha visto la democrazia modellarsi in tutte le sue forme, comprese quelle della rappresentatività negli enti territoriali. Oggi la crescita democratica del nostro Paese ci autorizza a intervenire su quel numero senza nessun rischio rappresentativo. I partiti, che di solito candidano i loro big nei collegi blindati a prescindere dalla appartenenza territoriale, privando quel territorio di una rappresentanza, si vedranno obbligati, con un numero ridotto di seggi, a candidare persone dei territori che torneranno così al centro della politica nazionale”. Parliamo di legge elettorale, sappiamo che il parlamento riaprirà a Settembre, perché è necessario approvare in fretta e furia il testo di una nuova legge elettorale? “Non direi in “fretta e furia”, è una proposta di legge su cui stiamo lavorando in maniera molto attenta da mesi. Il testo, a prima firma del Presidente della Commissione Affari costituzionali, Giuseppe Brescia, si inserisce in un disegno ampio di riforme che ha l’obiettivo di restituire sobrietà alle istituzioni e avvicinare i cittadini alla politica. Concordo con l’opportunità di un’approvazione nella prima metà di settembre almeno da parte di una Camera”. Cosa ne pensa del testo che probabilmente verrà approvato? Vorrebbe apportare qualche modifica al proporzionale con soglia di sbarramento al 5%? “È un testo che rafforza la rappresentatività. Introduciamo un impianto proporzionale puro, con una soglia di sbarramento mitigata da un diritto di tribuna per garantire rappresentanza anche alle forze politiche minori. Ovviamente non parliamo ancora di una stesura definitiva, sono certa che il dibattito parlamentare consentirà di raggiungere il punto di equilibrio migliore”.
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