di Erika Noschese
Non si placa la polemica tra l’Asl di Salerno e il centro Luigi Angrisani di Nocera Inferiore. La scorsa settimana, infatti, si è riunito il tavolo tecnico sulla riabilitazione, presieduto dal dirigente dell’accreditamento. All’ordine del giorno,” consuntivo anno 2019”. In quella sede l’Anispac, con il suo rappresentante dottor Vincenzo Pepe, avrebbe presentato una dichiarazione chiedendo che venisse messa a verbale. Richiesta respinta dal presidente del Tavolo tecnico in quanto – a detta del dirigente dell’accreditamento – la richiesta non sarebbe in tema con l’ordine del giorno, scontrandosi con il punto di vista del dottor Pepe secondo cui «il il consuntivo non è un prospetto meramente contabile ma un documento di carattere finanziario, per cui il suo esame è la sede opportuna per sollevare ogni osservazione o rilievo che riguardi la gestione complessiva». Intanto, secondo l’Anisap, il consuntivo relativo al 2019 mostrerebbe un quadro tutt’altro che confortante in quanto «ci troviamo di fronte a 2,5 ml di sforamento. Dobbiamo interrogarci sul perché di questa situazione e sul come uscirne», ha spiegato Pepe che parla poi di fondi non sufficienti. «Non lo sono rispetto alle esigenze dei centri ma rispetto al fabbisogno, ovvero alle necessità della popolazione, necessità che nessuno si assume l’onere di interpretare ed esprimere. Ricordiamo che la spesa procapite regionale è di 37,78 euro mentre il budget attribuito alla nostra Asl dalla Regione nel 2019 è stato di 33,43 euro. Questo significa un ammanco di oltre 4,5 ml. Ma questo dato macroscopico e la necessità assoluta di superarlo non vengono rivendicati da nessuno. Né dal Direttore generale di questa Asl, che avrebbe il dovere specifico di far presente tutto questo alla Regione, né tantomeno dalle associazioni maggiormente rappresentative, che sembrano limitarsi ad una condivisione acquiescente delle determinazioni della Asl, perdendo così quella indispensabile funzione dialettica che può nascere solo da un sano e corretto confronto», ha infatti aggiunto. Al distretto 60 sarebbe infatti stato imposto – per la riabilitazione residenziale e semiresidenziale – un imposto calcolato sul fabbisogno della popolazione provinciale. «Infatti le liste di attesa sono mostruose. Siamo ormai da anni con liste di attesa che superano le 1.500 unità. Crediamo che in nessun settore si sia arrivati a tanto. Ma anche a questo tema, per quanto vitale per la salute delle persone, nessuno sembra interessarsi ha poi aggiunto il dottor Pepe – Solo l’Anisap ha avuto il coraggio di denunciare una situazione così scandalosa, e per questo si è addirittura ritrovata isolata dalle altre associazioni».