di Pina Ferro
Organizzati in due gruppi non lesinavano di scambiarsi i debitori a loro insaputa. In altri casi, erano le stesse vittime di usura, tutti imprenditori agricoli di Campagna, a rivolgersi prima ad un gruppo e poi all’altro. Potrebbbero scegliere di essere giudicati con il rito dell’abbreviato gran parte degli indagati che ieri mattina sono comparsi dinanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno Mariella Zambrano. Il sostituto procuratore Marco Colamonici, titolare del fascicolo investigativo ha presentato al Gip la richiesta di rinvio a giudizio a carico di: Francesco Laccadia, Giancarlo Busillo, Vito D’Ambrosio alias “o sciere”, Umberto Gallo. Marcello Magliano, Agostino Mastrolia, Gennaro Mastrolia, Giovanni Ricciardi, Luisa Zunica, Vincenzo Di Guida. All’udienza di ieri mattina, era presente il legale Fiorenzo Pierro e Fabio Lanza, in rappresentanza delle vittime di usura e l’avvocato Luigia di Mauro per l’associazione Emergenza Legalità che si sono costituiti parte civile nel procedimeto penale. Fu, nel 2015 un blitz dei carabinieri del Ros a mettere la parola fine al giro di usura posto in piedi. I reati ascritti alle persone che furono raggiunte da misura cautelare furono aggravati dal metodo mafioso. Gli interessi sulle somme prestate andavano dal 10 al 20% mensili e innescavano un vortice da cui alcuni sono usciti solamente a seguito della cessione dei propri fondi agricoli. Non mancarono episodi di vilenza per chi non rispettava le scadenze come testimoniano le intercettazioni effettuate all’epoca dei fatti. «Con questa mano qua lo diedi, Angelo… boom! Gli diedi un cazzottone in facci, gli spaccai il setto nasale… Apro lo sportello, lo acchiappo per i capelli che me lo volevo tirare a terra. Lo volevo scannare».