di Andrea Pellegrino
Aria di tensione tra gli uffici legale e tecnico di Palazzo di Città. Al centro l’inchiesta sulla deviazione del torrente Fusandola, che vede indagate dodici persone, tra cui dirigenti e tecnici comunali, con la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla procura di Salerno e la mancata (al momento) costituzione di parte civile proprio del comune di Salerno. A quanto pare l’inchiesta che – tra i capi di accusa – contempla perfino il disastro ambientale, preoccupa (più delle altre) la macchina amministrativa di Palazzo. Non fosse altro che la deviazione del torrente, protagonista dell’alluvione del 1954, è figlia della realizzazione del Crescent e di Piazza della Libertà. Un intervento bocciato pesantemente dal consulente incaricato dalla procura salernitana che ha palesato anche il rischio esondazioni. Il comune al momento ancora deve formalizzare la costituzione di parte civile. Già durante il processo in corso – per la variante in corso d’opera ai lavori di Piazza della Libertà che vede tra gli imputati l’ex sindaco e attuale governatore Vincenzo De Luca – valutò un “monitoraggio” per poi affrontare in sede civile l’eventuale risarcimento. Stavolta nessun atto. Almeno da parte dell’amministrazione comunale – contrariamente – sembra, dell’ufficio legale che avrebbe diffidato i coinvolti dell’ultima inchiesta giudiziaria. Si tratta del Rup e di tecnici che attualmente mantengono i loro incarichi nel completamento della Piazza della Libertà. In pratica, comunque vada a finire, i responsabili saranno solo loro e non il Comune nel suo complesso.