di Pina Ferro
Producevano prodotti caseari senza alcuna autorizzazione e senza licenza in dei locali privi delle necessarie norme igienico-sanitarie. Inoltre, il latte utilizzato era privo di qualsiasi tracciabilità per cui considerato di dubbia provenienza. L’improvvisato caseificio è stato sottoposto a sequestro ed il titolare, un 20enne di Albanella è stato denunciato. All’interno del caseificio, ubicato lungo la statale 18 nel comune di Capaccio Paestum ci lavorava un’intera famiglia di Albanella. Ad entrare in azione, all’alba di ieri, sono stati i carabinieri del Nucleo Antifrode Politiche Agricole di Salerno, unitamente ai colleghi della stazione di Capaccio Scalo e personale dell’Azienda sanitaria locale Salerno. I militari del Nac hanno apposto i sigilli all’attività illecita, svolta nel seminterrato di un ex mobilificio da circa 8 mesi: l’ingresso era posto sul retro dello stabile dismesso per non destare sospetti. La produzione avveniva alcuna autorizzazione prevista per legge né licenza, in locali privi delle necessarie norme igienico-sanitarie: di dubbia provenienza anche il latte utilizzato, privo di qualsivoglia tracciabilità. Il caseificio
“fantasma” non vendeva al dettaglio bensì imbustava mozzarelle e ricotte che venivano poi vendute, a basso costo, in vari negozi in Campania e Basilicata. Non solo: per poter commercializzare i latticini, si utilizzavano illegalmente buste e confezioni di un altro caseificio della zona, sfruttando così il marchio Ce di quest’ultimo, appartenente a quanto pare ad un altro fratello, invece in regola, con il con il quale da tempo intercorrono liti e contrasti di natura familiare. Per tale ragione, oltre ad ingenti sanzioni pecuniarie di natura amministrativa, il giovane legale rappresentante della società albanellese è stato deferito penalmente anche per il reato di tentata fronde alimentare dai carabinieri capaccesi diretti dal maresciallo Giuseppe D’Agostino, esperto in materia avendo prestato servizio, per anni, presso il Nas di Salerno. Gli altri componenti della famiglia ed una dipendente ‘in nero’, in tutto 5 persone, sono risultati sprovvisti, di regolare attestazione di idoneità sanitaria. Sequestrati oltre 100 kg di prodotti caseari ed apposti i sigilli a diversi macchinari ed attrezzature, tra cui un frigorifero ed un pastorizzatore guasti.