di Erika Noschese
E’ polemica, ad Agropoli,tra l’artista Augusto Pandolfi e le sardine. In seguito alla manifestazione contro la Lega “Agropoli non si lega”, l’artista si è recato a Bologna dove ha portato le sue sardine con lo slogan “no politica, solo arte.” «Su ciascuna delle opere da me realizzate vi era il mio nome e cognome ed il mio numero di telefono. – ha spiegato Augusto Pandolfi – Ciascuna opera era contenuta in un sacchetto riportante, a chiare lettere, il nome della mia associazione culturale, in nome della quale proponevo le mie sardine artistiche». E proprio in seguito a questo gesto che i membri di Agropoli non si Lega hanno iniziato a diffondere notizie circa la ipotetica presenza di un artista a Bologna che avrebbe venduto impropriamente sardine a nome di Agropolinonsilega. Notizia, questa, che ha scatenato l’ira dei manifestanti tanto da spingere Letizia Pandolfi, figlia dell’artista, a chiarire per riscostruire l’esatta dinamica dei fatti: «. Il mio laboratorio è una pescheria d’arte. Tra le altre cose, amo e ho sempre amato rappresentare pesci e – perché no – anche sardine. Tanto avviene da almeno 20 anni. Sono stato a Bologna, ho portato le mie sardine con lo slogan “no politica, solo arte”», ha infatti spiegato la donna che ha poi aggiunto: «La mia associazione, nata nel 2011, è molto conosciuta sul territorio ed oltre, avendo, tra le altre cose, organizzato una pluralità di eventi e manifestazioni, quali Flos Carmeli, con il patrocinio del comune di Agropoli e anche grazie al sostegno di iniziative (sponsor) private. Bene, successivamente alla manifestazione di Bologna, tenutasi in data 19 gennaio 2020 mi sono ritrovato al centro di una gogna mediatica dalla portata assurda ed angosciante. Tutto è partito da alcuni post pubblicati dalla pagina facebook Agropolinonsilega – a seguito di asserite segnalazioni, poi rivelatesi false – e diffusi su una pluralità di pagine delle sardine di tutta Italia». Post che rubricavano “Sardine, per favore, ci aiutate a far girare? Truffe a nostro nome no!”. Questo pubblico appello alla condivisione era accompagnato dalla pubblicazione delle foto delle opere dell’artista. «È stato molto angosciante essendo io stato immediatamente riconosciuto e contattato da molte persone. Ancor più angosciante la circostanza che, a fronte delle svariate segnalazioni di erroneità della notizia immediatamente pervenute anche dalle molteplici persone che hanno riconosciuto le mie opere, gli amministratori della pagina ritenevano di non rimuovere i post diffusi, né rispondevano ai messaggi o ai commenti pubblici a mia difesa», ha poi aggiunto Pandolfi secondo cui lo scorso 21 gennaio uno dei co-amministratori della pagina e, di conseguenza della manifestazione, ha preso le distanze dall’azione degli altri, firmandosi ed innescando finalmente un processo di responsabilizzazione personale. Solo tra la sera del 23 e la mattina del 24 gennaio, altri co-amministratori della pagina hanno tentato di rimediare scusandosi pubblicamente e rimuovendo tutti i post dalla propria pagina. «A tutt’oggi non conosco i nomi di coloro dai quali sarebbe partita la falsa notizia di cui la pagina Facebook si sarebbe fatta portavoce. Non conosco il motivo per il quale, a fronte di un dubbio del genere, io non sia stato personalmente contattato dagli autori prima dell’avvio delle “indagini” su facebook, dato che – ripeto – su ogni opera vi era il mio nome, cognome e numero di telefono», ha poi aggiunto l’artista – mi auguro che le mie di Sardine diventino “sOrdine”, come qualcuno ha già simpaticamente ribattezzato, affinché possano continuare a esplorare libere, ciascuna il proprio mare, sOrde a qualsiasi notizia, accusa o illazione che non sia verità. SOrde a qualsiasi tribunale virtuale, quale che sia il movimento che rappresenti la pubblica accusa, a discapito della dignità delle persone, sOrde all’ignoranza e alla cattiveria che ne deriva».