di Pina Ferro
Assolti da tutti i capi d’imputazione perché il fatto non sussiste. E’ stata emessa nel pomeriggio di ieri la sentenza di Appello a carico di Giuseppe Alfieri, 54 anni, titolare del centro massaggi di Cava de’ Tirreni, Simeone Criscuolo, 54enne di Agerola, ma residente a Vicenza e di Salvatore Ultimo 73 anni di Nocera. Per i tre, ieri pomeriggio, è stata messa la parola fine ad un incubo che andava avanti dal 2016.I tre erano accusati di violenza sessuale ai danni di un 17enne e di un suo amico. Il procuratore generale, al termine della requisitoria aveva chiesto l’assoluzione per la violenza di gruppo e la rideterminazione della pena per i singoli episodi. I giudici di secondo grado al termine della Camera di consiglio hanno emesso la sentenza di assoluzione. Nella stessa giornata di ieri, Alfieri è tornato ad essere un uomo libero. Il titolare del centro massaggi, in cui secondo le accuse si sarebbero consumati i reati sessuali, era stato ammanettato il 19 luglio del 2016 e dopo aver trascorso un periodo di detenzione nel carcere di Vallo della Lucania, dall’ottobre dello stesso anno, fino a ieri, è stato ristretto agli arresti domiciliari. In primo grado Giuseppe Alfieri, era stato condannato a nove anni e otto mesi; otto anni erano stati inflitti a Simone Criscuolo e sei anni e otto mesi a Salvatore Ultimo. Ieri, l’assoluzione per tutti i capi d’imputazione per non aver commesso il fatto. All’epoca della denuncia l’allora 17enne parlò di violenze di gruppo che sarebbero state riprese da qualcuno. Nel corso delle indagini, il video non è mai stato trovato. Nel collegio difensivo gli avvocati Arturo della Monica, Francesco Rizzo, Zanini e Miche Rinaldi. A denunciare l’accaduto, a suo tempo, era stata la madre del 17enne. Secondo il racconto reso all’epoca, il ragazzo, insieme ad un amico, si sarebbe recato nel centro massaggi per fare delle pubblicità. Successivamente sarebbero stati circuiti entrambi da Alfieri che li avrebbe convinti a toccarsi, ripresi da una telecamera. In seguito proprio questi filmati sarebbero stati usati per minacciare il 17enne e costringerlo a subire la violenza di gruppo. Video che non sono mai stati rinvenuti. Dopo il racconto reso dal 17enne di Cava, il magistrato Elena Guarino fece scattare il blitz.