di Erika Noschese
«Sono una “sopravvissuta” al tumore al seno. Ho solo 32 anni e mi sono sottoposta a ben sedici chemio, ventotto radioterapie e continuo a seguire una terapia ormonale preventiva». A raccontare il suo trascorso, tutt’altro che semplice e spensierato è Teresa Giordano, giovane salernitana che, a soli 32 anni come lei stessa racconta, si è ritrovata a lottare contro un tumore al seno. Teresa ha vinto la sua battaglia – anche grazie ai medici del day hospital di oncologia dell’ospedale Ruggi d’Aragona. «Il trascorso dei miei ultimi due anni non è stato affatto felice e spensierato come le ragazze della mia età, ma ciò nonostante ho imparato ad accettare questa condizione dolorosa provvisoria e a coglierne addirittura il lato positivo», racconta ancora Teresa. Nasce così il progetto “Dix huit” che insieme con le associazioni onlus “Bella sempre, luci sulla solidarietà, “Fondazione della Comunità Salernitana onlus”, “Inner Wheel Club” e ”Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa” ha l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare all’acquisto di un casco refrigerente, del valore di circa 30mila euro, da donore al reparto di oncologia – diretto dalla dottoressa Clementina Savastano – dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona. In sostanza, Dix Huit è un progetto nato circa 3 anni fa mirato all’acquisto, per l’appunto, di un casco refrigerente prodotto dall’azienda inglese Paxman del dottore Filippo Mancuso, di cui possono usufruire le donne sottoposte a chemioterapia: Paxman, di fatti, limita la caduta dei capelli, per almeno l’80%, per le pazienti oncologiche che subiscono chemioterapia. Fino ad ora sono stati raccolti circa 17mila euro «anche grazie all’aiuto di numerose attività commerciali della città di Salerno che hanno accolto il nostro invito e sistemato un salvadanaio nei loro negozi, con locandina esposta in cui si spiega nel dettaglio il nostro progetto», spiega ancora Teresa. L’azienda inglese, sarebbe disponibile a cedere il macchinario al day hospital di oncologia del locale nosocomio (ma bisogna raggiungere una cifra maggiore rispetto a quanto raccolto fino ad ora) e pagare il resto a rate. Di fatti, nessuna azienda ospedaliera, in Campania, ha a disposizione questo macchinario, presente attualmente nei nosocomi di grandi città quali Roma, Milano, Treviso solo per citarne alcuni. «Rispetto a molte donne sottoposte a chemio sono stata fortunata perchè, durante la terapia, mi è stata data la possibilità di indossare delle cuffiette che hanno un sistema di refrigerazione. Grazie al congelamento dei bulbi capillari ho arrestato di molto la caduta dei miei capelli – racconta ancora la 32enne salernitana – credo molto nel raggiungimento di questo obiettivo che è importante non solo per Salerno,ma anche per le realtà limitrofe che giungono presso il nostro complesso ospedaliero e scelgono di affrontare i piani terapeutici oncologici». Simbolo della buona riuscita dell’innovativo macchinaroo è Valentina Liberatore, una donna affetta da tumore al seno che, grazie al Paxman in dotazione all’ospedale di Roma, ha terminato il ciclo di chemioterapia senza il trauma relativo alla perdita dei capelli, come invece ancora oggi accade in molte resltà ospedaliere. «Sì, per molte donne perdere i capelli può essere un vero e proprio trauma e grazie al progetto nato al Ruggi noi possiamo restituire alle donne la possibilità di sentirsi belle», dice ancora Teresa.