di Andrea Pellegrino
La notte dell’elezione di Franco Alfieri a sindaco a Capaccio Paestum avevano festeggiato facendo sfilare ambulanze a sirene spiegate e lampeggianti accesi. Una vittoria, quella di Alfieri, già sindaco di Agropoli ed ex capostaff del governatore De Luca, giunta al turno di ballottaggio. Da qui l’avvio di una inchiesta della Procura di Salerno che ha fatto luce sull’affidamento del servizio del 118. Diciotto gli indagati, quattordici i destinatari di un decreto di sequestro preventivo. A vario titolo rispondono di trasferimento fraudolento di valori, peculato d’uso, interruzione di pubblico servizio, favoreggiamento personale, disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone, emissione di fatture false per operazioni inesistenti e corruzione. Fanno tutti capo a Roberto Squecco, imprenditore capaccese, vicino al clan Marrandino, già condannato un via definitiva nel giugno del 2018 per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Tra gli indagati anche l’ex moglie di Squecco, Stefania Nobili, attuale capogruppo consiliare della maggioranza Alfieri. Un sistema – quello scoperchiato dalla squadra mobile di Salerno – fatto di fatture false e prestanome. Le perquisizioni hanno riguardato anche gli uffici pubblici dell’Asl di Salerno. Ammonta a circa 3 milioni di euro il totale dei beni, società e conti correnti sequestrati dal Gip Gerardina Romaniello del Tribunale di Salerno. Ci sono 23 ambulanze, molte delle quali utilizzate durante la notte tra il 9 e 10 giugno scorsi per i festeggiamenti elettorali; altri 20 mezzi utilizzati per il trasporto infermi e utilizzati dalle associazioni di volontariato convenzionate con l’Asl di Salerno; un immobile concesso ad uso postazione 347 03 58 510 Amici di LeCronache www.cronachesalerno.it LeCronache ambulanze e il lido Kennedy, già chiuso all’inizio dell’estate in seguito a una interdittiva antimafia emessa dal prefetto di Salerno nei confronti della società di gestione. IL CASO DELL’AMBULANZA 66 Nel mirino degli inquirenti sono finiti anche i componenti dell’equipaggio medico-sanitario a bordo dei mezzi. In particolar modo, un aiuto soccorritore, un anestesista e un’infermiera volontari che, così come il presidente e la vicepresidente della Croce azzurra Capaccio, nel corso delle loro deposizioni hanno reso false dichiarazioni per quel che riguarda la presenza dell’ambulanza numero 66 alla sfilata per la vittoria di Alfieri. Un mezzo di soccorso che avrebbe dovuto stazionare, h24, a Licinella di Capaccio: avrebbe dovuto perché, proprio nella notte tra il 9 e il 10 giugno, l’ambulanza era in via Magna Grecia. Stando al racconto dello staff della Croce azzurra, però, l’ambulanza numero 66 non si sarebbe mai mossa dalla sua postazione fissa; anzi, quella presente al corteo, seppur contrassegnata con il medesimo numero, avrebbe avuto una targa diversa e sarebbe stata di proprietà alla Croce azzurra Acerno. Racconti, questi, smentiti però dall’analisi delle videoregistrazioni di quella sera che, di fatto, hanno testimoniato la presenza alla festa per Alfieri proprio del mezzo di soccorso che, invece, avrebbe dovuto essere presso il presidio permanente di Licinella. A far scattare le indagini è stata la denuncia presentata dal senatore Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare antimafia e dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano, all’indomani del carosello lungo la via Magna Grecia delle ambulanze. «Il corteo delle ambulanze per celebrare la vittoria del “re delle fritture” di De Luca – spiega Michele Cammarano – è solo un esempio, tra i tanti, di come protagonisti e comprimari di questo sistema si sentano a tal punto impuniti da mettere a repentaglio vite umane, impiegando mezzi del 118 per i festeggiamenti a sirene spiegate di un sindaco appena eletto. L’indagine di oggi conferma il principale dei sospetti che abbiamo formulato quando, per primi, abbiamo denunciato il vergognoso carosello della notte del 9 giugno a Capaccio. Ovvero, che tra quei mezzi di soccorso ce n’erano anche alcuni che avrebbero dovuto stazionare h24 nelle apposite aree di sosta, per essere immediatamente a disposizione in casi di emergenza».