Il professore Pio Zeppa e la sua equipe dopo aver effettuato tutte le indagini necessarie hanno parlato a lungo con Vinicio e Maddalena, i genitori di Melissa Della Rocca.
Nelle ore del commosso e struggente saluto pubblico nella camera ardente allestita nell’ampia sala alla sinistra dell’ingresso dell’obitorio dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, papà Vinicio appare in pace: “Ho ottenuto le risposte che cercavo. Avevo il dovere di conoscere la causa della morte di mia figlia.
Ora so che il cuore ha ceduto, che qualsiasi intervento non avrebbe potuto salvarla. So che ha avuto solo il tempo di dire che stava male, di appoggiare la mano sulla cattedra, di accasciarsi. Poi è sopraggiunta la morte.
No, mi è stato detto che quel tipo di attacco di cuore non lascia scampo. Questa tragedia sarebbe potuto accadere ovunque: a casa, nel letto, per strada. In ogni caso sarebbe andata così”.
Vinicio è uomo forte: in alcuni momenti infonde conforto in coloro che, numerosi, gli si avvicinano con le lacrime agli occhi.
Melissa è lì, a pochi centimetri, assistita amorevolmente da mamma Maddalena, dal fratello e dai tanti parenti. E’ bellissima, metaforicamente è la figlia amata di ogni salernitano.
Il viso è rilassato, le sembianze sono quelle di un angelo innocente coperto da un velo trasparente e dalle maglie di calciatori: una di color azzurro e poi quella granata della Salernitana.
A porgerla nella bara di legno chiaro è stata, passate le ore 15, la delegazione societaria composta dai dirigenti Alberto Bianchi, Salvatore Avallone e Angelo Maria Fabiani accompagnati nella camera ardente da Salvatore Orilia. Vinicio è tranquillo; il tempo lo aiuterà a costruire la solida base del dogma dell’ineluttabile.Alle 17.15 è entrato in obitorio l’Arcivescovo Andrea Bellandi che ha benedetto Melissa e pronunciato religiose parole di conforto.