De Luca lo sa bene: la partita per la segreteria regionale del Pd vale molto. O meglio vale una vera e propria ipoteca per la candidatura a governatore. Nel Governo Letta ormai non ci spera più. O forse non ci ha mai sperato. Il passaggio romano altro non è che il trampolino di lancio per la riproposta alla guida della Regione Campania. Ma ora nonostante le rassicurazioni di Matteo Renzi sull’attribuzione delle deleghe, dopo le sue minacce di dimissioni, De Luca sa bene che dovrà cambiare strategia e puntare dritto al vertice regionale del Pd, anche in considerazione della candidatura del suo nemico politico principale: il deputato scafatese Guglielmo Vaccaro che per primo, probabilmente, ha individuato la strada migliore per arrivare a Santa Lucia. Sul caso romano, dopo la battuta flash di Lupi a Milano dove il Ministro, sulla vicenda De Luca, ha dichiarato «vedremo le sue decisioni ma basta polemiche», all’attacco è andato proprio Vaccaro che ormai da mesi contestata il doppio incarico di Vincenzo De Luca: «Vuol servire due padroni ma sta facendo male il lavoro a Roma e male quello di sindaco a Salerno. In questi mesi altro non ha fatto che rovinare la sua immagine». E le parole di Vaccaro misurano quantomai il peso politico della vicenda. Non fosse altro che il deputato salernitano è fedelissimo di Letta fin dalla prima ora. Tornando al vertice regionale del Pd, De Luca pare voglia puntare su un napoletano, raccogliendo l’invito di Nicodemo e scartando, così, l’ipotesi Landolfi. Il sindaco, infatti, d’intesa proprio con Renzi potrebbe puntare su un renziano partenopeo capace poi di sostenerlo anche nelle eventuali primarie per la corsa a governatore. Da Napoli pare stia scaldando i motori anche Lello Topo, attuale capogruppo regionale pronto a scendere in campo per la segreteria regionale. Ma a quanto pare gli attuali consiglieri di palazzo Santa Lucia sarebbero stati bloccati dalla stessa dirigenza Renzi che li accuserebbe di atteggiamenti troppo morbidi nei confronti della gestione Caldoro.
(andpell)