Caso Cipriani: ignorate le violenze denunciate dai bambini - Le Cronache
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Caso Cipriani: ignorate le violenze denunciate dai bambini

Caso Cipriani: ignorate le violenze denunciate dai bambini

di Antonella Pacilio

BATTIPAGLIA. Carlo e Luca (nomi di fantasia) figli della professoressa Donatella Cipriani sono ancora “reclusi” nella casa famiglia di Salerno su indicazione dei giudici del Tribunale dei minori. In data 30 luglio 2013 l’avvocato Andrea Coffari, legale della prof, ha depositato un’istanza motivata al Tribunale dei minori per evidenziare “errori ed orrori” di un procedimento che sembra, al momento, condannare all’isolamento i due bambini senza alcuna soluzione di fatto. Le richieste di approfondimento richieste da parte dei giudici alla Ctu sono state le seguenti: «l’eventuale esistenza di condizionamenti atti a determinare la cosiddetta sindrome di alienazione genitoriale, l’eventuale sussistenza di indici rivelatori di abusi o maltrattamenti fisici o psichici subiti dai minori; valutando altresì l’attendibilità delle dichiarazioni dei minori; e se gli stessi siano in grado di rendere una narrazione dei fatti che sia congrua rispetto al vissuto», ma non tutto è andato per il verso giusto e le imprecisioni rivelate dal legale Coffari hanno condannato i due bambini all’isolamento. Una volta accertate singolarmente ognuna di queste richieste la vicenda sarebbe stata valutata e considerata da un punto di vista ben diverso da quello attuale rendendo anche giustizia al continuo rifiuto dei minori di vedere la figura paterna quesito tra l’altro che rimanda la responsabilità di accertare i maltrattamenti proprio alla Ctu. Ora l’ago della bilancia pende decisamente a sfavore dei minori e tutto è stato innescato da una relazione di due psicologhe (Ctu consulente tecnico d’ufficio) che seppur consapevoli della presenza di alti indici che indicassero le violenze subite dai minori annullano il riscontro in nome di una teoria non dimostrata che giustifica gli episodi di pedofilia addossando responsabilità all’altro genitore cosiddetto “alienato”. Un procedimento quanto meno pericoloso. Smantellata l’ipotesi di sussistenza reale della Pas da parte dell’avvocato Coffari ora ci si appella ad altre motivazioni che sembrano avere anch’esse piedi d’argilla mentre si fa sempre più pesante la lontananza tra madre e figli. Ora se la Pas (sindrome di alienazione parentale), anche secondo gli scienziati non è verificabile se gli abusi sono dimostrati o riscontrabili questo vuol dire che si perde uno dei punti cardinali per i quali una teoria si può dimostrare scientifica cioè la sua inattaccabilità. Ora può questa teoria sussistere ed essere causa di allontanamento dei minori considerato che i bambini sono 9 mesi che continuano a ripetere le stesse cose in totale assenza della madre? Eppure questa teoria è stata addirittura diagnosticata da due evidenti conoscitrici della materia che facendone comunicazione al tribunale dei minori hanno innescato una serie di reazioni a catena basate sul nulla, così come sostenuto dal legale Andrea Coffari nella sua istanza, non tenendo invece conto di ciò che i minori e la madre denunciavano e che avrebbero dovuto avere un percorso “d’ufficio” qualora sarebbero stati ravvisati dei reati da parte della figura paterna. Ora accertata la confusione creata dalla relazione inizialmente stilata dalle due psicologhe veniamo ai motivi per i quali, secondo i legali di parte, la relazione presentata ha delle falle. Non vengono di fatto considerati quelli che dovrebbero essere indici rilevatori mentre viene data grande importanza ad una teoria (Pas) che non ha a distanza di tanti mesi più motivo di esistere. Di fatto vengono rivelati, come sostiene l’avvocato Coffari e come si evince dalla relazione della Ctu, alti indici rivelatori di violenze sessuali e vengono narrati episodi che lasciano poco spazio all’immaginazione. Ora seppur da un lato si attesta la validità dei test sostenuti come si può offrire un quadro completo al giudice se tutto si riconduce ad una teoria poi considerata inesistente?