di Erika Noschese
Specializzare il porto commerciale della città di Salerno. E’ questa, in sintesi, l’idea di Alfonso Malangone, presidente dell’associazione Io Salerno che, in qualità di semplice cittadino – come ha più volte voluto specificare – chiede di fare chiarezza in merito alla vicenda del Pip nautico.«Bisogna recuperare il porto non per farne una spiaggia, cosa ormai impossibile, ma per recuperare un riferimento di lavoro e di vita per tutti – ha spiegato. Non più un’area isolata ma un luogo vivo e pulsante dove possono incontrarsi gli interessi della nostra città, con la riqualificazione del quartiere a fini turistici. Secondo Malangone, infatti, il ripristino del progetto avviato già sette anni fa e poi abbandonato, con tanto di restituzione degli acconti versati dagli assegnatari dei lotti, sembra difficile se non impossibile in quanto sarebbero necessari circa 30 milioni di euro per la realizzazione del pontile e la protezione a mare, senza contare i costi dei singoli lotti che si aggirerebbero intorno ai 150 m. Ad oggi, la funzione a “porto di stoccaggio” per container e merci rende lo scalo portuale assolutamente incompatibile con il territorio e l’ambiente, attribuendogli la natura di fonte inquinante per le migliaia di autoarticolati che ogni giorno lo raggiungono transitando per il viadotto Gatto. Da qui la proposta di riportare nello scalo portuale salernitano le attività produttive della qualità artigianale, della tradizione marinara, specializzando di fatti il porto. Ma come? «usiamo il Molo di Ponente, la Banchina Rossa e quella est del Trapezio per i traghetti Ro-Ro e i trasporti delle linee merci e passeggeri; usiamo il Molo Trapezio per gli insediamenti della nautica da diporto; usiamo il Molo 3 Gennaio e il Molo Manfredi per il traffico turistico; usiamo la parte retrostante della Banchina Trapezio anche per il parcheggio delle auto e degli autobus dei turisti diretti alle Costiere, con aree attrezzate per la sosta e il ristoro. Si eviterebbe l’invasione di auto e la Città diverrebbe il vero riferimento per il turismo di qualità; realizziamo capannoni con i nostri colori, riempiamo di verde, diamo ordine all’area perché possa offrire una immagine di Città accogliente, produttiva, allegra, viva, con una precisa missione turistica» .Così facendo si potrebbe rivitalizzare anche il quartiere di via Ligea, abbattendo la parte superiore del viadotto Gatto, per poi procedere alla realizzazione di giardini e aree gioco, così da rendere il quartiere un vero attrattore turistico. «E diamo valore agli immobili, anche con l’insediamento di strutture ricettive”.