Il papà di Passariello: “Mio figlio non ha ucciso la bambina - Le Cronache
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Il papà di Passariello: “Mio figlio non ha ucciso la bambina

Il papà di Passariello: “Mio figlio non ha ucciso la bambina

Di Erika Noschese

«E io cosa devo dire? Io non so niente. Mio figlio non è ac-cusato di omicidio». Il padre di Giuseppe Passariello tenta di difendere suo figlio ma in questa vicenda sembra non volerci entrare affatto. «Sono in Calabria, cosa volete da me? Io lavoro qui, non so nulla», sono le uniche parole che riesce a pronunciare dopo i fatti agghiaccianti accaduti la notte tra venerdì e sabato quando al 118 arriva una telefonata disperata: la piccola Io-landa non respira più, è cianotica. Una corsa contro il tempo per salvare quella bam- bina di soli 8 mesi. Eppure il suo cuore ha smesso di battere, troppo presto, nonostante i tentativi dei medici che hanno provato a rianimarla. Adesso, tutti sembrano sapere quanto fosse pro- blematica quella famiglia. Tutti. Ad eccezione del papà di Giuseppe che non ha lasciato il suo posto di lavoro per dare un ultimo saluto alla sua nipotina o per stare accanto alla sua ex moglie, disperata. Quella nipotina che forse non ha neanche visto crescere. Per lei non una sola parola. Per Giuseppe, attualmente in carcere in attesa della convalida del fermo, un mal riuscito tentativo di difenderlo: «E’ in car- cere sì, ma non è stato ancora accusato di omicidio. Lascia- temi stare, non so nulla». E proprio quel “non so nulla” che ha caratterizzato tutta la conversazione telefonica avuta con quel nonno che ne- anche sarà presente ai funerali della piccola, né per lei né per suo figlio Giuseppe: «Non ci posso andare ai funerali, non posso salire. Devo lavo- rare». Cosa penserà que- sto nonno di suo figlio a noi non è dato saperlo, di certo c’è che non ha voglia di parlare con nes- suno, men che meno di parlare di Iolanda o di suo padre. E ancora quel «non so nulla» è stata la risposta data quando gli è stato fatto notare che la sua ex moglie aveva più volte chiesto l’affidamento dei bambini. Segno, forse, che in Ca- labria ha ricostruito una nuova vita: lavora come pizzaiolo e di cosa accadeva ai suoi familiari, per l’appunto, non ne sapeva nulla. Non sa nulla della nuora, pare an- ch’essa, vittima della violenza di suo marito; dice di non saper nulla dei problemi di tossicodipendenza di suo fi-glio; della sua ex moglie. Nulla. Neanche dei suoi ni- poti. Ora, l’uomo è in Calabria e non è intenzionato a tornare a Nocera: quello che sa, forse, lo ha appreso dalla stampa e alla domanda se ha avuto modo di vedere o sentire suo figlio o qualche membro della sua famiglia risponde quasi seccato: «No, basta così»