«Liberi e libere di dissentire», l’appello di Zagaria - Le Cronache
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«Liberi e libere di dissentire», l’appello di Zagaria

«Liberi e libere di dissentire», l’appello di Zagaria

di Erika Noschese

«Libere e liberi di dissentire». E’ l’appello lanciato, tramite social, da Matteo Zagaria, tra i 12 indagati per aver manifestato il loro disappunto in occasione della passeggiata della legalità, organizzata dalla Lega di Salerno lo scorso 11 settembre. «Siamo indagati per aver manifestato – ha detto Zagaria – Il reato è “manifestazione non autorizzata”: rischiamo una condanna penale perché l’11 settembre 2018 è nata una manifestazione spontanea, di persone solidali, preoccupate per la ‘marcia della legalità’ organizzata dalla Lega sul lungomare di Salerno». Per ironia della sorte, la notifica di conclusione di indagini è arrivata qualche giorno dopo il comizio del ministro Salvini, in piazza Portanova: «In quell’occasione si diede prova di quanto il potere da lui gestito tramite le forze dell’ordine, possa essere repressivo nei confronti di chi non la pensa come lui e come questo governo», ha poi aggiunto Matteo Zagaria, puntando l’attenzione proprio sullo striscione rimosso dal balcone della donna e il sequestro del telefono alla studentessa del video-selfie. Secondo quanto riferisce l’indagato, le forze dell’ordine parlerebbero di un “disegno criminoso” messo in atto dai dissidenti: «L’intento è chiaro: criminalizzare il dissenso e la parola contraria e farlo con la legge (vedi l’aumento di pena a 6 anni per blocco stradale inserito nella Legge Sicurezza) e con la forza», ha poi aggiunto il giovane che invita tutti a partecipare al dibattito del prossimo 28 giugno in piazza Cavour. Intanto, tra gli indagati figura anche il docente universitario Gennaro Avallone che ha preso parte alla contro manifestazione dell’11 settembre. Con il professore si è schierato buona parte del mondo universitario. Tra questi spicca però Giso Amendola che esprime piena solidarietà agli indagati e – in particolar modo – agli studenti coinvolti in quest’indagine. Il professor Amendola parla infatti di «vicenda per niente marginale» e, al di là della sua portata giuridica, «preoccupante» ed esprime solidarietà soprattutto al collega Amendola.