di Andrea Pellegrino
Rispondono anche di azione o omissione colposa i dodici indagati dell’inchiesta sulla deviazione del Fusandola, anticipata ieri su queste colonne. Secondo la Procura di Salerno avrebbero modificato il regime idraulico del torrente Fusandola, riducendo la pendenza allo 0.30%, così facendo sorgere e persistere il pericolo di inondazione, in particolare, in corrispondenza del tratto iniziale dell’alveo tombato del torrente ubicato a monte all’altezza di via Fusandola, quale conseguenza di insabbiamento della foce. Questo sarebbe emerso da un sopralluogo effettuato il 5 ottobre 2017 da un consulente tecnico nominato dal pm. Ad essere iscritti nel registro degli indagati sono: l’allora direttore dei lavori di Piazza della Libertà, Paolo Baia; il dirigente comunale Luca Caselli; l’ex dirigente comunale Lorenzo Criscuolo; l’amministratore del consorzio Tekton, Salvatore De Vita; il responsabile dell’ufficio tecnico di progettazione ed esecuzione dei lavori pubblici, Antonio Ragusa e i funzionari dello stesso ufficio, Ciro Di Lascio e Benedetto Troisi; Vania Marasco del la Lotti associati; il responsabile ufficio impianti elettrici del Comune di Salerno, Luigi Pinto; il direttore dei lavori della Piazza, dal 2012, Marta Santoro; Antonio Ilario e Massimo Natale. Per alcuni c’è l’accusa di falso, contestata, in particolare a Criscuolo, Baia, Santoro, Di Lascio, Troisi, Natale e Pinto. Per la Procura avrebbero attestato falsamente l’acquisizione di alcuni pareri, tra cui quello dell’autorità di Bacino e del Genio Civile-demanio fluviale. Ancora, tra le accuse mosse c’è quella di “invasione di terreni” per aver utilizzato aree demaniali nel tratto del torrente Fusandola interessato dall’intervento urbanistico di Santa Teresa. Il torrente poteva essere deviato così. Tant’è che il pm Carlo Rinaldi ha ipotizzato per gli indagati il reato specifico alla deviazione del corso d’acqua pubblico, compiuto per consentire l’intervento di riqualificazione dell’area di Santa Teresa, quindi la realizzazione di Piazza della Libertà e del Crescent. Intanto l’associazione “Liberamente Insieme” con a capo l’avvocato Oreste Agosto chiede l’intervento del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. «L’area è alluvionale ed a rischio esondazione: chiediamo l’intervento immediato del Ministro», scrivono. «La pericolosa e abusiva deviazione del torrente determina rischi per la pubblica e privata incolumità, non solo perché trattasi di area alluvionale ma perché la deviazione a gomito del torrente ed il continuo insabbiamento della foce determinano pericoli di esondazione. Apprezziamo l’intervento del Ministro in riferimento ai fiumi dell’area del salernitano, riteniamo che lo stesso interesse debba essere rivolto al torrente Fusandola nell’area del centro storico di Salerno».
1 Commento
Attribuire modificazioni della pendenza del Fusandola o evocare pericoli di inondazioni a monte in conseguenza di insabbiamenti della foce (ma davvero questi sarebbero così massicci ed estesi da costituire un vero tappo dello sbocco a mare??) sembra quasi inverosimile e poco convincente. Peraltro, solo piogge di eccezionali intensità e durata possono dare luogo alla formazione del torrente,che normalmente si presenta a secco anche in caso di normali precipitazioni.
È indispensabile invece assicurare la costante manutenzione e pulizia da monte a valle del letto del torrente per eliminare possibili restringimenti delle sezioni di scorrimento, con conseguenti variazioni del regime idraulico.
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