ROMA – Parte il count-down per la presentazione delle prime domande per l’assegnazione del reddito di cittadinanza: proprio da domani mercoledì 6 marzo, infatti, si potranno presentare le prime richieste della nuova misura di contrasto alla povertà ma i primi pagamenti dovrebbero materializzarsi in maggio riferendosi però ad aprile. Il decreto prevede che il sussidio arrivi il mese successivo a quello della richiesta. Resta il fatto però che in fase di prima applicazione potrà esserci un breve slittamento nell’accredito. A ipotizzare il mese di maggio per i primi pagamenti è stata la Consulta dei Caf che in assemblea ha approvato l’ipotesi di accordo raggiunta venerdì scorso con l’Inps sui compensi per ogni pratica lavorata. Secondo i Caf l’Inps dovrebbe inviare le prime risposte (domanda accolta o respinta) per mail o sms ai richiedenti dal 26 aprile (che ricade di venerdì). Subito dopo (circa 3-4 giorni) dovrebbe arrivare la comunicazione delle Poste con l’appuntamento per la consegna della carta sulla quale verrà finalmente accreditato l’importo dovuto del reddito. L’Inps ha fatto sapere che sarà pronto a dare le prime risposte dopo la prima metà del mese e che sarà possibile che i primi pagamenti arrivino entro la fine del mese. I Caf comunque pur dicendosi “pronti” al grande afflusso atteso già nei primi giorni hanno rivolto un appello ai possibili utenti chiedendo di non presentarsi tutti negli uffici il 6 marzo dato che c’è tempo fino a fine mese per presentare le domande per aprile. «I Caf -ha detto uno dei coordinatori della Consulta, Mauro Soldini-sono pronti a dare informazioni, orientamento e assistenza e anche ad ammonire i cittadini sui rischi» poiché «ci sono cose da autocertificare». Ricordano che le pratiche sono gratuite e di “segnalare” gli eventuali casi di richiesta di denaro per la domanda. Se sull’erogazione del sussidio restano nodi aperti come quello delle eventuali modifiche al Decretone in sede di conversione (con successiva revisione dei moduli per la richiesta) e del possibile ricorso nel caso la domanda di reddito dovesse essere rifiutata, è ancora in alto mare tutta la parte della misura sull’inserimento al lavoro del beneficiario del reddito. Le Regioni continuano ad esprimere contrarietà all’assunzione dei circa 6.000 navigator con contratti di collaborazione ad Anpal Servizi senza prima avere definito, con una intesa Stato-Regioni, il ruolo di questi tutor. Sottolineano che manca ancora l’autorizzazione a bandire i concorsi per le assunzioni a tempo indeterminato già previste e fanno sapere che il tema sarà nell’agenda della prossima conferenza delle Regioni, prevista per giovedì 7. Anche i sindacati nell’audizione di oggi alla Camera sul decreto che introduce il reddito di cittadinanza hanno annunciato una richiesta di incontro sulle politiche attive a partire dai concorsi per le assunzioni a tempo indeterminato nei Centri per l’impiego. Il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio li ha convocati per il 13 (al centro dell’incontro tutti i temi aperti, lavoro, pensioni e sviluppo). Dalle opposizioni intanto si accusa il Governo di fare sul reddito di cittadinanza “voto di scambio”: il tempismo non lascia spazio a dubbi – dice Sestino Giacomoni, vicepresidente della Commissione Finanze della Camera per Forza Italia a proposito dei primi pagamenti a maggio – il Movimento 5 Stelle sta attuando un vero e proprio “eurovoto” di scambio». Ci si attende dunque il grande afflusso con le inevitabili code, per avere un sussidio dello Stato che si spera possa finalmente contribuire ad alleviare la povertà sempre più diffusa nel nostro Paese. Povertà di cui si ha percezione anche tra fasce sociali precedentemente considerate immuni.
Guido Messerschmitt