Questa sera, alle ore 20,30 nella Sala Pasolini, il dipartimento Jazz della massima istituzione musicale cittadina, sarà ospite della IV edizione dei “Concerti in Luci d’artista”, firmata da Antonia Willburger
Di OLGA CHIEFFI
Cosa ascoltiamo per Natale e per tutte le feste che si concluderanno all’Epifania? E’ certamente la musica dei celebri crooner d’Oltreoceano a cominciare da Let It Snow. Da qualche anno, insomma, il Santo Natale si arricchisce sempre più non solo di oggetti o di immagini, ma anche di suoni espansi fino a occupare ogni tipo di spazio possibile: nel periodo festivo, altoparlanti in città, filodiffusione nei supermercati, giradischi o registratori persino nelle chiese, trasmettono una non-stop di musiche natalizie con Silent Night eseguita da Bing Crosby, il White Christmas di Frank Sinatra, Holy Night di Mahalia Jackson, Have Yourself A Merry Little Christmas di Ella Fitzgerald, e altre quasi in loop: circa una trentina di canzoni per lo più americane tratte da incisioni di oltre mezzo secolo. Si sa, la musica natalizia in realtà non nasce a stelle e strisce: basterebbe fare un salto di solo mezzo secolo addietro, in Italia, per ricordarsi i suoni delle ciaramelle dei pastori zampognari per strada, gli inni sacri alle novene, la musica seria, quasi tutti i compositori dal gregoriano al postmoderno dedicano alla natività molte opere specifiche, mentre la tradizione inglese delle carols (carole) è in grado di bilanciare esperienze folk e dizione colta. Ma dove nasce il cosiddetto Natale in jazz? Nel 1942, in piena swing era, il compositore Irving Berlin scrive la canzone White Christmas ( Bianco Natal) per la colonna sonora del lungometraggio La taverna dell’allegria di Mark Sandrich con Fred Astaire e Bing Crosby. Crosby stesso, dopo un primo ascolto, non ne resta positivamente colpito, tanto da replicare al famoso compositore, “Ecco un’altra delle tue canzoni per piangere”, memore forse dei propri trascorsi hot jazz quale cantante in contesti dixieland e swing. White Christmas, poi incisa su 78 giri, ottiene un successo planetario, regalando a Berlin l’Oscar per la migliore canzone e giungendo con Crosby il 3 ottobre 1942 al primo posto nella classifica americana. White Christmas è il maggiore, ma non l’unico, successo “natalizio” di Bing Crosby: Silent Night (versione inglese della tardo romantica Stille Nacht), I’ll be home for Christmas, Too-Ra-Lo-Ra-Loo-Ral, Rudolph, the red-nosed reindeer sono tra i pezzi più noti del repertorio, conosciuti e apprezzati tanto negli Stati Uniti, quanto nel resto del mondo, con Bing che di fatto diventa l’iniziatore di una nuova tradizione. Questa sera, alle ore 20.30, riceveremo appunto il Merry Jazz Christmas from Martucci alla Sala Pasolini di Salerno per la quarta edizione di “Concerti in Luci d’artista”, firmata da Antonia Willburger, un’ occasione per sostenere il Centro di Aiuto alla Vita “Il Pellicano”. Per augurare il Natale in jazz ci sarà l’intero dipartimento del Conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno, con il settetto dei docenti insieme al coro degli studenti. A comporre il gruppo dei docenti un combo d’eccezione con Carlo Lomanto (voce), Sandro Deidda (sax), Carlo Fimiani (chitarra), Guglielmo Guglielmi (pianoforte), Dario Deidda (basso), Aldo Vigorito (contrabbasso) e Salvatore Tranchini (batteria), per un eclettico Christmas Album.