di Andrea Pellegrino
“L’Europa non diventi l’alibi per abbandonare le politiche di sviluppo nazionale”. Così il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia, intervenuto alla scuola di formazione politica di Forza Italia, dedicata a Domenico Gasparri, padre di Maurizio, senatore azzurro, tenutasi ieri sera all’Holiday Inn di Cava de’ Tirreni. Tanti i temi toccati da Boccia, dal rilancio dell’agroalimentare all’Europa, alla politica che diventi il primo tramite per la crescita e la realizzazione dei sogni dei tanti piccoli imprenditori e dei grandi. Nessun intervento di specie sul governo gialloverde, anzi, pronto ad applaudire gli interventi del governo si ritiene speranzoso per un’azione stringente sullo sviluppo economico e del lavoro, governo che dovrebbe prima abbandonare le azioni di propaganda e rilanciarsi in azioni a sostegno dell’economia. In ottica delle prossime elezioni europee in programma nella primavera ventura: “L’Europa deve diventare terra idonea ai giovani, allo sviluppo delle imprese, per la dotazione infrastrutturale del nostro Paese, l’Europa deve ritornare ai suoi fondamentali di pace, protezione e prosperità”. In merito alla zona del salernitano dove gli imprenditori vorrebbero investire, ma non hanno gli stimoli adatti dalla politica e dallo stato dei luoghi: “E’ un pò lo specchio dell’Italia. Noi che siamo la manifattura d’Europa, tendiamo a tralasciare il nostro sviluppo, c’è necessità di recuperare la parola lavoro, a partire da un grande piano di inclusione dei giovani, per tutto il Paese e soprattutto nel Meridione – toccata anche la questione aeroporto di Salerno – sarebbe un cantiere da aprire al più presto, per rilancio del territorio, per un effetto sull’economia reale, per la centralità del lavoro che impiegherebbe tanti addetti, creerebbe occupazione, senza contare la valenza strategica per spostamenti di capitale umano e merceologico”, e poi l’appello: “Non bisogna abbassare gli strumenti in dotazione all’industria 4.0, così si mortifica l’azione egli imprenditori privati”. A margine dell’incontro Boccia ha dichiarato: “ “Siamo positivamente colpiti di questa idea di incontro” riferendosi alla convocazione del tavolo con le piccole e medie imprese del vice premier Luigi Di Maio. “Questa convocazione riguarda le piccole imprese e la semplificazione; se si allarga sulla manovra economica, ben venga perche’ si apre un confronto tra noi e gli altri colleghi che saranno con noi sul merito della manovra economica che affronteremo insieme ai due esponenti del Governo”. In tema di lavoro, il numero uno degli industriali risponde “assolutamente no” all’interrogativo di alcuni cronisti che chiedevano se i contratti a 12 mesi porteranno maggiore occupazione. “Questi termini comporteranno una sola cosa. Siccome le causali sono state ridotte, eliminate fino a 12 mesi mentre prima erano a 36 mesi, il rischio della potenziale conflittualita’ comportera’ il fatto che le imprese al 12esimo mese cambieranno le persone per evitare conflitti e non arrivare a definire le casualita’”, ragiona. Dunque, secondo Boccia, un simile provvedimento, “anziche’ aiutare le persone che dovevano essere oggetto del decreto dignita’”, non cambierebbe nulla “nella fotografia quantitativa del lavoro a tempo determinato”, ma muterebbe “dal punto di vista qualitativo perche’ le persone cambiano piu’ spesso”. E, percio’, propone la sua ricetta: “Forse sarebbe piu’ giusto cominciare a pensare a premialita’ anziche’ penalita’. A ridurre il cuneo fiscale dei lavoratori, a ridurre le tasse e i contributi per l’inclusione dei giovani nel mondo del lavoro anziche’ penalizzare alcuni fronti. Tra l’altro, il decreto dignita’ e’ un decreto a costo zero e quando si fanno interventi a costo zero non mi sembra che abbiano effetti rilevanti sull’economia reale”, conclude.