di Red.Cro.
L’azione non si ferma. Dopo l’iniziativa di sabato pomeriggio, che ha visto la partecipazione attiva di duemila persone impegnate nella protesta per dire “no” all’impianto di compostaggio che dovrebbe sorgere in località Soccorso, a Fisciano, i cittadini e i comitati continuano a muoversi in attesa delle prime udienze sul tema (previste per il 5 e il 19 dicembre prossimo). Felice Soriente, segretario del Comitato cittadino “Ambiente futuro”, oltre al plauso per l’ottima partecipazione alla protesta di sabato, ha evidenziato i punti più importanti dell’istanza presentata con il supporto dell’avvocato Franco Massimo Lanocita da parte dei comitati: «Contestiamo anzitutto l’ubicazione, perché è impossibile collocare un impianto da 32mila tonnellate di umido più altre 10mila dedicate a verde e fogliame in una zona che dista appena 200 metri dai centri abitati. La prima abitazione è a 20 metri. Si tratta di una decisione improponibile, oltre ad essere un vero e proprio pugno alla città. Il sito, inoltre, dovrebbe sorgere nella zona industriale di Fisciano ma di fatto è stato pensato in una zona che è ai confini con Mercato San Severino e Montoro, coinvolgendo direttamente frazioni come Pandola, Cigliano, Figlioli». Secondo Soriente, l’impianto «porta ricchezza al comune di Fisciano ma impoverisce le comunità, non solo dal punto di vista economico ma anche sociale. Le comunità locali perderanno tanto».
La contestazione riguarda vari punti dell’iter avviato dal Comune di Fisciano: «Contestiamo il fatto che la Regione aveva detto che il progetto dovesse essere sottoposto alla Valutazione d’Impatto Ambientale, ma a settembre ha decretato che questo esame ulteriore non era più necessario e quindi sono andati avanti con l’iter per iniziare i lavori. Noi, con il supporto dell’avvocato Lanocita, abbiamo presentato al Tar un ricorso per impugnare questa decisione. Il sito, peraltro, ha un conflitto in termini: è vero, infatti, che per una parte ricade in una zona industriale, ma l’altra parte ricade in una zona agricola che fino ad alcuni anni fa era destinata al verde pubblico proprio perché doveva fungere da filtro tra zona industriale e centri cittadini. Gli alunni dell’istituto agrario andavano lì ad esercitarsi. Poi la Provincia ha venduto questa zona al Comune di Fisciano, che ha cambiato la destinazione d’uso da agricola a industriale». Proprio su questo sono state rilevate, secondo il report poi presentato dall’avvocato Lanocita, alcune irregolarità che riguardano gli espropri, come puntualizzato proprio da Soriente: «Sì, ci risultano delle irregolarità con gli espropri: i soldi che la Regione aveva versato al Comune di Fisciano come anticipo per la progettazione, ammontanti a 1 milione e 900mila euro, il Comune li ha usati per gli espropri. Bisogna inoltre tenere presente che sotto quell’area, probabilmente, passa l’acquedotto augusteo. In più siamo a distanza di appena 45 metri dal fiume, che è a pieno rischio esondazione. Inoltre, si trova al confine con la strada ferrata che porta alla stazione di Fisciano, e sul punto non sappiamo neanche quale sia il parere della Rete Ferroviaria Italiana, anzi non sappiamo neanche se ce l’abbiano o meno un parere».