di Red.Cro.
Nell’era delle mail e delle chat istantanee, la corrispondenza in formato cartaceo rappresenta sempre più una specie in via d’estinzione. Economicità e celerità, questi le principali ragioni alla base della scelta del digitale tra gli adulti così come tra i giovanissimi, sempre più prigionieri degli smartphone. Eppure, questa volta, sono stati proprio loro, i giovanissimi, a recuperare carta e penna per esprimere vicinanza, affetto e gratitudine a una persona speciale. Perché “è vero, lei è severa quando non studiamo ma capiamo che lo fa per il nostro bene”. Alcuni studenti dell’Istituto Comprensivo di Corso Vittorio Emanuele hanno scritto una lettera alla loro professoressa all’indomani della denuncia sporta da un genitore di un alunno della stessa classe. Il padre del ragazzo si sarebbe rivolto ai Carabinieri a seguito delle ennesime derisioni e canzonature compiute dalla professoressa ai danni del figlio e per questo avrebbe cambiato istituto. Dopo che la prof sarebbe stata ascoltata dagli stessi carabinieri sarebbe assente da un po’ di giorni. E così i ragazzi hanno preso carta e penna. Nella lettera gli studenti rassicurano la professoressa di aver avuto un sereno colloquio con il Dirigente Scolastico (Sabrina Rega, ndr) e di averle spiegato l’insussistenza dei fatti denunciati. “Non capiamo perché lei, che l’anno scorso si è assentata pochissime volta, non torni a scuola” scrivono. E poi: “Le siamo molto grati per ciò che fa per noi, speriamo che ritornerà presto”. Sarà compito delle autorità competenti valutare la fondatezza della questione. Una lettera che però non sarebbe piaciuata alla preside che, secondo quanto raccontato dai genitori di alcuni ragazzi, ne avrebbe vietato la diffusione. Nel frattempo, il desiderio degli studenti di riprendere le lezioni con la docente in questione è chiaro. Messo nero su bianco. Il fatto è che la preside saputo di questa lettera ne avrebbe vietato la diffusione. E sui social gli stessi genitori scrivono che i loro figli potrebbero addirittura avere una sospensione. Ora è giusto che la preside dia la sua versione dei fatti.