Più che altra è emersa la delu- sione dei suoi amici che si sono sentiti sedotti e poi ab- bandonati. Da chi? A France- sco Palumbo, sindaco di Capaccio. Il medico Petraglia, professionista di prestigio, non gliele ha mandate a dire: “Si renda conto che non è un Messia tantomeno un premio Nobel rispetto a coloro che ha offeso che non sanno fare nulla, il noto o con il bic- chiere”. Concetto ribadito da Mucciolo che ha illustrato, con carte alla mano, alcune anomalie procedurali in atti amministrativi. “ Ci sono degli atti amministrativi – evidenzia Mucciolo – pochi chiari. Siamo stati additati come coloro che volevano i vestiti su misura e tiratori di giacca”. Due ore è durato l’in- contro promosso da “Labora- torio Politico”, i cosiddetti “dissidenti” e affini dall’am- ministrazione comunale di Capaccio pestana così come rimessa insieme dai maghi Ragni e Palumbo. Per una questione di stile non c’è il parere di assessori, come Te- resa Palmieri e Giuseppe Troncone, defenestrati in un giorno e senza uno straccio di motivazione. Tutto in questa storia è andato storto. Il “vie- tato muovere alcunchè” lo aveva decretato il segretario provinciale del Pd ma il primo a fare di testa sua era stato Palumbo che aveva su- bito tolto ogni delega in mano ai “dissidenti” e anche ag- giunto che non c’erano mar- gini di mediazione. Fosse stato il vecchio Pasquale Ma- rino avrebbe aggiunto che il maiale (comincia ad essere) il periodo lo ammazzava come riteneva più opportuno. Quello che è andato in scena sotto gli occhi di tutti, e in di- retta tv, è stato lo sfilaccia- mento di quello che fino a un mese fa era un gruppo di amici autore della memorabile impresa dello scalamento al potere nel proprio paese. Tutti sembravano passati dal- l’assalto al paradiso alla di- scesa negli inferi. Il dato che ha più impressionato è che la critica solitamente radicale nei confronti della consi- gliera comunale Alfonsima Montechiaro, ritenuta una fedelissima di Palumbo, è di- ventata (Marianna Matrone e Mimma Fasolino) piena com- prensione. Lo spiega la Faso- lino (sorella dell’ex senatore) “Mi ha molto impressionato lo sfogo di Alfonsina. È come se non si rassegnasse all’idea di aver creduto in una persona [Palumbo] che pensava la quinta essenza della bontà, onestà, lungimiranza ecc, ecc e invece si è rivelata tutto il contrario… Una delusione co- cente che la fa soffrire e non riesce a rassegnarsi…”. O le considerazioni di Pasquale Accarino, consigliere e cara- biniere:” La mia posizione politica vuole essere distante da un atteggiamento arrogante. È inconcepibile che il sindaco possa calpestare la mia di- gnità di fronte a tutti. Mai nessuno mi ha detto in faccia che la legge la dettava lui, nemmeno un mio superiore. Non c’è stata nessuna possi- bilità di dialogo, fare il consi- gliere in questo modo non ha senso. Mi sono adoperato per fare qualcosa di costruttivo ma mi venivano messe da- vanti delle barriere voglio fare il ruolo di consigliere nella piena libertà”. I conte- nuti? Il grilliamo Ernesto Franco chiosa: “ I dissidenti hanno ripetuto né più e ne meno le nostre argomenta- zioni. Niente che non fosse già noto”. Ma sono stati i modi – ad avviso degli amici di sempre di Palumbo – ad aver ferito.
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