«E’ necessario attivare un tavolo di confronto con la Regione». Tiene banco nel comparto sanitario la delicata situazione in cui versano tanti lavoratori. Precariato e contratti a tempo determinato diffusi nel settore hanno spinto le sigle sindacali ad intervenire. «La misura è colma». I vertici salernitani di Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl chiedono chiarezza sul futuro dei lavoratori. «Necessario attivare un immediato confronto su tutta la problematica del precariato e dei lavoratori con contratto a tempo determinato poiché si rileva in tutte le aziende sanitarie della Campania, nonostante i vari proclami sulla necessità, rilanciata ad ampio spettro e pubblicizzazione mediatica, di dare una forte sferzata per la
risoluzione del problema. Si assiste ad un convulso, confuso ed approssimato avvio di procedure di reclutamento, spesso anche contrastati tra loro e, cosa ancora più grave, attivate in difformità a norme e dettami legislativi». A dichiararlo i segretari Pasquale Addesso della Cgil Fp, Pietro Antonacchio della Cisl Fp e Lorenzo Conte della Uil Fpl ai responsabili regionali delle rispettive sigle di categoria. «Non volendo olt r e m o d o stigmatizzare i gravi ritardi sull’applicazione delle norme riguardo alla stabilizzazione dei precari, allo stato attuale è grave la mancanza di attenzione da parte della Regione sulle modalità con le quali le stesse stanno attivando ed avviando procedure di reclutamento per lo stesso personale, ognuna per proprio conto e senza alcun apparente monitoraggio da parte della Direzione generale per la Tutela della Salute e il Coordinamento del Sistema sanitario regionale. Paradossalmente – proseguono Addesso,Antonacchio e Conte – sono sempre gli stessi figli del nostro territorio che si muovono a migliaia per poter partecipare ai vari concorsi, nel mentre qualsiasi logica e buon senso ci aiuterebbero ad ipotizzare un unico concorso regionale e con una unica graduatoria che con ogni probabilità, alla fine, porterebbe a dare maggiori certezze oltre che agli interessati, soprattutto ad un settore complesso che attualmente vede basare le sue attività e prestazioni su dequalificazione e demansionamento degli addetti del settore in cui sono già operativi». I tanti appelli sono inevitabilmente diretti al governatore della regione: «Appare strano che De Luca non si interessi a tali processi poiché è risaputa la sua attenzione a migliorare i livelli essenziali di assistenza, presupposto che obbligatoriamente passa attraverso la cancellazione della precarietà del lavoro, unico strumento per dare dignità agli individui». L’invito è diretto alle segreterie regionali affinché: «Ipotizzino un immediato confronto interno e con le istituzioni regionali, non tralasciando la ipotesi di indire lo stato di agitazione di tutto il comparto sanitario pubblico e privato, poiché la misura è colma e mai come ora è necessario mostrare e dimostrare massima attenzione alle dinamiche di quanti, in un contesto confuso e non governato, sono e restano, senza le opportune tutele, i più deboli e indifesi».