Undici giorni agli arresti domiciliari, con l’accusa di concussione, sette procedimenti penali e otto anni di calvario giudiziario e poi l’assoluzione perchè il fatto non sussiste. E’ la nota vicenda dell’ex sindaco di Pisciottaa nonché ex consigliere comunale di Salerno Cesare Festa. L’arresto del sindaco di Riace, Mimmo Lucano sembra aver portato a galla nuovamente la vicenda dell’ex primo cittadino del comune cilentano, arrestato ingiustamente. Ma nel caso di Lucano non si parla di arresto “ingiusto”, si discute della misura cautelare degli arresti domiciliari, eccessiva per alcuni, giusta per altri, come ha lasciato intendere l’ex primo cittadino di Pisciotta, Festa.
«Penso di essere la persona meno adatta a parlare della vicenda di Lucano perché le situazioni non sono comparabili, nel senso che io sono stato mandato agli arresti domiciliari per aver adempiuto ad un obbligo di legge perché io avevo sollecitato il dirigente dell’ufficio urbanistica comunale ad evadere nei tempi e nei termini di legge le pratiche edilizie che si trascinavano sulla scrivania di questo dirigente per lunghi periodi e quindi praticamente mi sono trovato agli arresti domiciliari soltanto per aver adempiuto ad un obbligo di legge – ha dichiarato Cesare Festa – Poi, fortunatamente, ho avuto la fortuna di essere giudicato da alcuni magistrati molto seri e scrupolosi che mi hanno assolto in 7 procedimenti penali, sempre con la formula più ampia del “fatto non sussiste” perché il fatto non sussisteva».
Nel caso specifico del sindaco di Riace, invece?
«Nel caso specifico della vicenda di Lucano penso che si colloca al centro di una vera e propria offensiva che io ritengo ingiustificata nei confronti di chi come il ministro degli Interni, Salvini, ha tentato in qualche modo di arginare un fenomeno che stava assumendo dimensioni abnormi, incontrollate ed incontrollabili. C’è tutta una serie di prese di posizione che mirano espressamente a screditare questo nuovo governo che si è insediato all’indomani delle elezioni del 4 marzo».
Secondo lei, non si può parlare di un sistema di accoglienza perfetto come molti lo hanno definito? Contro di lei così come contro Lucano sono state mosse accuse molto gravi, seppur totalmente differenti.
«Lo stesso Lucano mi pare abbia ammesso di aver operato nei termini in cui si è determinato poi il fatto giudiziario. Nel mio caso, io mi ero proclamato innocente fin dal primo momento e, ripeto, le due situazioni non sono comparabili. Qui, invece, io vedo un’esagerata presa di posizione da parte dei soliti noti nei confronti di alcune misure che io penso siano conformi alla legge perché se lo stesso Lucano ammette il verificarsi di queste fattispecie allora di cosa parliamo».
Molti definisco il suo operato solo una questione di umanità anche contro un governo con una visione totalmente opposta a quella del sindaco di Riace…
«No, non sono assolutamente d’accordo. Il razzismo è diventato un leit motiv da parte di taluni ambienti che molto spesso operano in termini solamente demagogici e populisti perché molto spesso si creano situazioni che finiscono per assumere i connotati più propri di una operazione tutta giocata sul buonismo d’accatto mentre la gente percepisce il problema nelle sue dimensioni esatte. Di quale umanità parliamo? Se di umanità bisogna parlare la si deve riferire a chi si pone il problema della insicurezza dei cittadini, quale razzismo. Sono impostazioni che assolutamente non accetto e non condivido e che mi pongono in una posizione estremamente di favore nei confronti di questo governo giallo-verde anche se bisogna – e mi sembra che Salvini lo stia facendo – occuparsi oltre che della questione migranti anche della sicurezza in alcune città. Penso non ci sia assolutamente questa lesa umanità».
Lei, dunque, non credo che anche in caso si possa parlare di un errore commesso da parte della magistratura? Molti, ad oggi, ritengono una misura cautelare eccessiva quella degli arresti domiciliari.
«Questo è un aspetto più tecnico dal punto di vista giuridico e non so se nella fattispecie di cui parliamo gli arresti domiciliari sono esagerati o sono adeguati ai comportamenti posti in essere da Lucano. Però c’è una situazione montante che deve trovare delle misure di contrasto. All’ultimo, quello che conta è il responso da parte dell’opinione pubblica, al di là di certe prese di posizione di alcune ambienti politicamente ben individuati, di alcune lobby. Perché dietro queste vicende operano delle vere e proprie lobby: abbiamo visto il problema delle Ong e tante altre cose. Io sono su una linea che non sposa queste prese di posizione che obbediscono ad un buonismo d’accatto».
Lei, a suo tempo, disse di credere ancora nella magistrature nonostante i fatti che l’hanno coinvolta. Ad oggi conferma?
«A me non piace fare di tutta l’erba un fascio. All’interno della magistratura esistono delle sacche di prese di posizione che molto spesso sono politicizzate. Poi, ci sono molti – e sono la maggioranza come ho potuto verificare nel mio caso – che applicano la legge anche con rigore ma secondo giustizia. Io continuo a credere nella magistratura e soprattutto nella giustizia».