Erika Noschese
In occasione del 46esimo anniversario della morte di Carlo Falvella, Forza Nuova ricorda il giovane camerata salernitano morto per mano dell’anarchico Giovanni Marino, sul lungomare di Salerno. In ricordo del giovane Falvella, i “cuori neri” hanno indetto una manifestazione che si è tenuta ieri sera in piazza Valitutti. Per l’occasione, il segretario nazionale di FN, Roberto Fiore, in visita alla nostra redazione, ha risposto ad alcune domande.
Segretario, la destra salernitana e i camerata ricordano la morte di Carlo Falvella. Da qui, la sua presenza a Salerno oggi (sabatoper chi legge ndr).
«Si, sono presente per Falvella e anche per la conferenza su dei temi internazionali che sono però collegati alla questione nazionale e mediterranea. Per noi, Carlo Falvella rappresenta il primo martire del sud ed uno dei primissimi in Italia. Tutti lo ricordiamo e ricordiamo la mobilitazione morale che ci fu, di un mondo nostro proprio per questo fatto: era come se la gente capisse che stava iniziando una nuova Era e purtroppo da quel momento, fino agli anni ‘80, ogni anno fu più duro dell’altro». Quando si muove Fiore, le città vengono blindate. Salerno pare però essere una città che accoglie tutti. «Il problema non sono né le città del sud né quelle del nord. Il problema è una minoranza molto pagata, come l’Anpi che riceve soldi dallo Stato e dovremmo chiedere al Governo di andare a togliere quei fondi utilizzati per scopi politici. Sono queste minoranze ormai sparute che cercano di creare questo sentimento dell’odio ma dopo la campagna elettorale, certamente dura ma vinta dalle nostre idee mentre il tentativo di ricreare un tentativo anti fascista ha fallito miseramente. Le forze in campo dei nostri avversari penso siano molto ridotte quindi non le temiamo».
Le grandi inchieste che ci sono state negli ultimi anni del nostro giornale, a firma di Andrea Pellegrino, hanno fatto luce su diverse situazioni sospette. Come si spiega questa cappa giudiziaria su Salerno.
«Questa è la tipica caratteristica di tutto un mondo che coinvolge la corruzione soft, in tantissime città, come accaduto a Macerata. Nel centro sud credo che qualcosa si stia muovendo, quindi è facile che questa scia di inchieste prosegue. Io direi che la magistratura ha capito che l’umore degli italiani è cambiato profondamente e spero che anche chi è ai vertici dello Stato sia più sensibile ad una pulizia generale».
A Salerno ci sono due esempi in più. L’ultimo esempio riguarda chi ha iniziato le indagini sul Crescent oggi si ritrova nella giunta regionale di Vincenzo De Luca. La seconda è che De Luca governa da 25 anni ma non c’è un’opposizione forte, tanto che anche le nostre battaglie non sono mai state supportate dall’opposizione.
«Quello che muove la magistratura o le forze di polizia è che probabilmente ci sono ancora le persone oneste che ad un certo punto si chiedono come mai quest’inchiesta non va avanti e mentre fino a poco tempo fa si poteva tergiversare oggi c’è lo spettro dell’omissione di atti giudiziari. Ci sono possibilità per chi fa finta di niente di subire poi conseguenze perchè c’è un sentimento generale di rivolta nei confronti del partito democratico».
Salerno, vedendo i dati, è una città tendenzialmente di destra. Come mai la destra non è mai riuscita ad amministrare il Comune?
«Perchè evidentemente la classe politica di patrioti, di nazional-popolari, di gente che ha a cuore gli interessi del popolo faceva le cose fatte bene e si faceva sentire quando c’era un ingiustizia ma questo è mancato. Noi stiamo cercando di educare la nostra gente a ribellarci sempre quando c’è un’ingiustizia. Educare una classe politica a sostenere la giustizia anche se è problematico».
In Regione è stata cambiata una legge regionale per introdurre la nomina dei direttori generale nella sanità.
«Quello è reato. La magistratura è molto abile ad andare a cercare il punto di giustizia. Da questo punto di vista o si fa una rivoluzione, non solo di costumi ma della classe dirigente o siamo costretti a rimanere così in questa lenta morta oppure ci diamo una bella svegliata ed il sud si rimette in piedi in 5 anni». Nell’ambito delle nostre inchieste che riguardano la sanità, il consigliere politico alla sanità di De Luca, Coscioni, è stato nominato primario dell’ospedale Ruggi, dopo la modifica di un atto aziendale da parte del Dg, nominato da De Luca. «Sono già fuori, già perseguibili. Oggi però forse c’è la volontà politica di colpire i malfattori che stanno nel Pd ma fino a poco tempo fa non c’era questa volontà politica di colire questa classe “colombiana” che gestisce un po’ tutto il sud».