Addio al compagno Gennaro Giordano L’ultima battaglia il no al referendum - Le Cronache
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Addio al compagno Gennaro Giordano L’ultima battaglia il no al referendum

Addio al compagno Gennaro Giordano L’ultima battaglia il no al referendum

Erika Noschese

Lutto nel mondo del sindacato e, in special modo, nella Cgil. Nella giornata di ieri, si è spento Gennaro Giordano, ex segretario Pci e, successivamente, segretario provinciale del Pds, il partito politico nato intorno agli anni ‘90, legato ai valori del socialismo democratico e che – di fatto – ha sostituito il Partito comunista italiano. Giordano è stato anche il rappresentante sindacale dei ferrovieri, a lato in una foto nella stanza del SFI CGIL del 1971dove si vede un giovanissimo Salvatore Forte. Giordano, 74 anni, è stato colpito da un infarto. Fino alla fine, ha mantenuto la sua linea politica che – da sempre – lo ha contraddistinto come uomo di sinistra, pur essendosi allontanato dal partito democratico. A ricordarlo, Ferdinando Argentino, ex presidente di Salerno Energia che, con Giordano, ha condiviso l’esperienza sindacale nella Cgil. «Sono personalmente e politicamente legato a Gennaro Giordano – ha dichiarato Argentino – A lui mi legano anni di battaglia nella Cgil quando era impegnato nel settore dei trasporti. Quando tornai a far parte della Cgil Salerno proposi a Giordano di occuparsi del settore tessile in Campania e lui concentrò la sua attività politica nella piccola e piccolissima impresa». In quell’occasione, ricorda l’ex presidente, Giordano organizzò un convegno sulla moda Positano che tanto successo riscosse non solo in Costiera Amalfitana ma in tutta la provincia di Salerno. Attivo anche nel comitato per il “no” al referendum costituzionale, l’ultimo incontro tra Giordano e Argentino risale a due mesi fa quando insieme presero parte alla presentazione del libro scritto a due mani da Franca Chiaromonte, Fulvia Bandoli “Al lavoro e alla lotta. Le parole del Pci”. Papà di Massimiliano Giordano, presidente di Salerno Mobilità, Gennaro lascia un vuoto enorme nella vita di chi lo ha conosciuto e nel mondo sindacale, grazie alle attività da lui portate avanti. «La notizia della improvvisa dipartita di Gennaro Giordano mi ha profondamente colpito. Pochi mesi fa l’ultimo, interessante confronto, con lui e con altri compagni della nostra generazione, sulla sinistra a Salerno ed in Italia», ha dichiarato il già senatore Andrea De Simone. «Gennaro, personalità forte e sensibile, soffriva molto di fronte alle gravissime difficoltà, per la sinistra, di ritrovare la via maestra per riconfermarsi riferimento sicuro per i lavoratori, per i giovani, per le categorie più svantaggiate – ha poi ricordato De Simone – Ne abbiamo discusso approfonditamente negli ultimi anni.L’ho voluto incontrare per coinvolgerlo nella battaglia referendaria e per provare ad impegnarlo nel processo di ricostruzione di un nuovo soggetto politico a sinistra del PD. Ho raccolto le sue amarezze e le sue delusioni ma anche il profondo convincimento che valeva la pena provarci. Con lui ho condiviso un pezzo importante della mia vita. Dalla fine del Pci, alla nascita del Pds e fino ai Ds abbiamo lavorato insieme ed in tutte le scadenze congressuali, siamo stati sempre dalla stessa parte. Gennaro, per la serietà e per la pacatezza, lo abbiamo scelto per dirigere il Partito e per coordinare la nostra area politica. Ha svolto il lavoro di direzione sempre con spirito unitario. Lascia un segno importante nella storia della sinistra salernitana. In un mondo dove tante cose sono in discussione resiste, sono sicuro, il patrimonio umano e politico di intere generazioni di dirigenti del movimento operaio. Gennaro, militante appassionato e generoso, è parte integrante di una storia che non si può annullare». A ricordarlo anche Franco Tavella, già segretario regionale della Cgil Campania: «E’ un giorno triste per il mondo sindacale, per il partito democratico. Gennaro è stato dirigente sindacale, dirigente di partito e segretario regionale della Cgil nel comparto tessile. Apparteneva a quella generazione che sapeva coniugare la militanza con l’essere dirigente. Era dirigente di straordinario valore, di straordinaria intelligenza e generosità. Lascia un vuoto enorme nel sindacato e in quelle forze democratiche in cui lui credeva». Della stessa idea anche Giuseppe Beluto, direttore tecnico di Salerno pulita che parla, anch’esso, di giorno triste per il mondo del sindacato.