di Brigida Vicinanza
“Livello di metalli pesanti potenzialmente tossici,risulta essere maggiore rispetto ai valori di riferimento su siero individuati dalla comunità scientifica”. Sono questi i risultati preliminari usciti dallo studio Spes, effettuato su 400 residenti della Valle dell’Irno, con visite mediche specialistiche e analisi del sangue. Gli studi e le attività sono però ancora in corso e i risultati effettivi non si avranno prima di dicembre 2018. Dalle prime analisi però risulta che “la peculiare concentrazione di metalli direttamente proporzionale al centroide del modello di studio, fa desumere che la sorgente di contaminazione individuata abbia un impatto significativo sulla dose interna di contaminanti”. Insomma, dalle prime analisi del sangue, prese a campione sui residenti attorno alle Fonderie Pisano, risulta che i metalli pesanti presenti e soprattutto di natura tossica, superano il livello “sopportato” dall’essere umano. Ancora non c’è correlazione però tra “malattie” dei residenti della Valle dell’Irno e la presenza dell’opificio nella zona, ma c’è di sicuro una pericolosità nella zona che potrebbe portare alla riflessione. Gli studi sono cominciati già da gennaio e dureranno dunque tutto l’anno. L’obiettivo principale è la verifica delle analisi effettuate e l’elaborazione dei dati per stabilire l’impatto delle sorgenti di contaminazione sugli abitanti potenzialmente esposti. Ma anche l’elaborazione dei questionari circa le abitudini alimentari dei soggetti presi “a campione” e lo stile di vita saranno fondamentali per ascrivere la presenza dei metalli alla causa ambientale e dunque, per far sì che lo studio possa essere esaustivo dovrà completarsi. Bisognerà quindi attendere la fine di quest’anno per capire se le Fonderie Pisano di via dei Greci siano la reale causa di un danno ambientale che ha portato innanzitutto problemi alla salute dei residenti della zona di Fratte, Baronissi e Fisciano e Pellezzano. Nel frattempo e in attesa di una decisione, l’azienda della famiglia Pisano rimane completamente “spenta” e aperta quindi soltanto per effettuare le operazioni di bonifica e sanificazione dell’area “ordinate” dal Comune di Salerno e soprattutto per provare a giocare nuovamente la carta della delocalizzazione, nonostante l’inquinamento ambientale abbia innescato un meccanismo di divieti tra tutte le amministrazioni del territorio provinciale, non ultimo il veto posto dal primo cittadino di Buccino insieme all’intero Consiglio comunale per la zona indicata dalla proprietà dell’opificio all’interno del suolo Asi messo a bando proprio nella località inserita nell’Area del Cratere.