Adriano Rescigno
«Noi non promettiamo mazzette elettorali». Agro, caccia aperta ad uno scranno in parlamento. Una delle protagoniste è sicuramente Virginia Villani esponente del Movimento 5 Stelle candidata all’iterno del collegio uninominale in corsa per la camera dei deputati.
Lei contende il collegio uninominale Agro a Dea Squillante, entrambe radicate e con conoscenza diffusa del territorio; quanto sarà difficile uscirne vittoriosi?
«Ho grande stima per Dea Squillante che conosco personalmente da moltissimi anni, per questo non considero la battaglia con Dea una battaglia personale, la differenza principale è che io corro senza alcuna struttura alle spalle, non ho partiti e sponsor politici a supportarmi, ho solo un programma da portare avanti che va in netta contrapposizione alle fallimentari politiche sull’istruzione che hanno prodotto prima la Gelmini, a nome di Berlusconi, e poi la 107 su delega del governo Renzi che ha sconvolto la scuola italiana. LeU è una forza politica che dopo essere stata funzionale alla creazione del governo ha deciso di correre da sola, spero non si riproponga lo stesso scenario del 2013, momento in cui Sel si fece eleggere con i voti del Pd grazie al porcellum salvo poi dichiararsi opposizione e proporre i propri uomini in ruoli destinati a garantire gli equilibri costituzionali in parlamento.»
Da sempre porta avanti battaglie in favore dell’istruzione pubblica, é questo il suo cavallo di battaglia oppure ha altri assi nella manica? Ci illustra il suo programma elettorale?
«Non si può parlare di istruzione senza toccare i temi dell’ambiente, del lavoro, della sicurezza e dello sviluppo economico. Ad oggi il Movimento 5 Stelle è l’unico che propone un progetto organico credibile. Pensare di riformare la scuola mettendo in capo a presidi e professori nuove responsabilità senza offrire gli strumenti idonei a rendere operative determinate direttive vuol dire fingere di risolvere i problemi. Il nostro programma è stato costruito on line da cittadini normali con l’aiuto di chi ha avuto una visione privilegiata grazie ad una breve ma intensa esperienza nelle istituzioni. Quello che ne è derivato è una serie di atti concreti che aiuterebbero la scuola ad essere un vero trampolino per l’emancipazione dei nostri figli»
In un collegio vasto come quello dell’Agro come si affronta la campagna elettorale?
«Nei prossimi giorni porteremo in giro per la provincia tutti i punti del nostro programma per aiutare anche chi non utilizza i nostri strumenti tecnologici a capirlo, condividerlo e convincere altri cittadini a farsi stato per trasformarli in legge. Noi non promettiamo mazzette elettorali ma discutiamo nel merito delle semplici proposte, assorbiamo inoltre le istanze del territorio in un ottica di confronto per migliorare la nostra azione politica. Non ci fanno paura i nomi di chi continua a chiedere un mandato per poi scomparire e lasciare un territorio in balia dei suoi problemi».
Fanno più paura i candidati della sinistra o del centro destra?
«L’unica cosa che mi fa paura è immaginare uno scenario in cui tutto rimanga immutato, la sinistra e la destra hanno già dimostrato di avere l’unico obbiettivo di fermare questo cambiamento sociale. Per fortuna le persone che incontro per strada e i giovani con cui mi confronto hanno ben chiaro il fatto che siamo ad un bivio, da un lato un potere che dura da più di 20 anni che non ha offerto soluzioni credibili e dall’altro noi, dei cittadini volenterosi che mettono le proprie competenze al servizio della comunità. Da noi per candidarti bisogna essere incensurati e condividere i valori fondanti del Movimento, cosa che negli altri partiti»
Un pronostico per il 5 marzo: quale percentuale riporterà il M5S in provincia di Salerno?
«Non mi piace fare pronostici ma mi auguro che la partecipazione al voto inverta un trend che sta mettendo a dura prova la tenuta democratica del nostro paese. Eravamo uno dei paesi europei con il più alto tasso di partecipazione alle votazioni e a causa di una classe politica autoreferenziale ed arroccata sui propri privilegi i cittadini non hanno più fiducia nelle istituzioni. Spero che gli italiani tornino ad essere protagonisti del proprio futuro».