di Andrea Pellegrino
Anche se non diretto protagonista della campagna elettorale che ha preso ufficialmente il via, non può mancare il parere del primo cittadino di Sarno, Giuseppe Canfora, presidente della provincia. Dalla legge elettorale a Cesaro prima punta della formazione azzurra che gioca secondo gli schemi di Berlusconi, il commento trasversale del presidente. «Credo che una legge elettorale ha bisogno di essere contestualizzata nel luogo e nel contesto storico di applicazione e questa con la quale gli Italiani, i miei concittadini e gli abitanti di tutta la provincia, credo che sia la miglior legge elettorale possibile» Ci fornisce un parere sui componenti delle liste presentate dal Partito democratico? «Il Partito democratico ha composto delle rose di candidati formate da persone competenti, con un consenso radicato sul territorio, come si suol dire cresciuti a “pane ed amministrazione”. Persone per bene con la piena cognizione e competenza di quello che fanno e che si accingono a fare. Io – continua il presidente che vede tra i candidati di liberi e uguali anche un suo assessore, Dea Squillante – ho molta paura degli improvvisati, rimango esterrefatto quando le nuove leve non riescono a cogliere la differenza tra una delibera di giunta ed una determina dirigenziale. Fortunatamente il popolo è sovrano e sicuramente saprà scegliere il candidato ed il partito migliore tra chi realmente lavora per il territorio e chi ragiona esclusivamente in termini di propaganda» In competizione diretta sul territorio di Salerno città c’è Luigi Cesaro, prima scelta di Forza Italia, qual’è la chiave di lettura di questa scelta? «Luigi Cesare ragionando in termini di consenso potrebbe risultare il più agguerrito e pericoloso tra i diretti concorrenti del Partito democratico è un uomo di cultura e politicamente ben preparato». Quindi cosa si spera per il 5 marzo? «Di poter applaudire la vittoria di Paolo Gentiloni». Il presidente della Provincia di Salerno, dunque, esprime il suo parere sulle elezioni politiche che tanto hanno spaccato l’opinione pubblica per le scelte dei candidati ma anche – e soprattutto – per le coalizioni. Molte liste, infatti, per puntare all’obiettivo del 3% ed avere così una rappresentanza in Parlamento hanno deciso di scendere a compromessi con altri partiti ed altri movimenti. Come facilmente prevedibile, e come ampiamente raccontato, non è stato facile mettere d’accordo tante “teste” e all’ultimo non sono pochi i partiti che hanno minacciato una scissione così come non sono mancati i commenti negativi dei cosiddetti grandi esclusi tanto che, qualcuno di loro, ha deciso di lasciare anche il partito. Ma Canfora ha un solo obiettivo: esultare dinanzi la vittoria di Paolo Gentiloni che vorrebbe diventasse premier del Paese.