di Andrea Pellegrino
Vittorio Sgarbi e Luigi Di Maio. La sfida è confermata nel collegio uninominale di Acerra. Il critico d’arte è sbarcato in Campania pur di conquistare il seggio del candidato premier del Movimento 5 Stelle. Sgarbi sarà con Forza Italia. Nel collegio di Paolo Siani del Pd, invece, i Cinque Stelle hanno candidato la veterinaria Doriana Sarli. Sbarca a Pomezia, invece, Guglielmo Vaccaro che strappa ai forzisti un collegio uninominale per conto di Energie per l’Italia di Stefano Parisi. L’amarezza, invece, non abbandona i grandi esclusi del Partito democratico. Come Marco Di Lello, ex socialista, diventato orlandiano. «Saluto la politica con il sorriso sulle labbra. Ho semprepensato che l’impegno politico fosse transitorio: ho avuto il primo incarico nella Fgs nel 1991. Nel gruppo Pd mi sono intestato la lotta all’abusivismo edilizio – ha aggiunto – Tanti nemici e tanto onore: a 47 anni ora ho la possibilità di iniziare una nuova vita professionale e sono felice di questa nuova opportunità, senza alcun paracadute, con i miei titoli e la mia esperienza. E la certezza di aver fatto in questi anni sempre e solo le cose che ritenevo buone per i cittadini. Ma ora si volta pagina: buona fortuna a chi il 5 marzo avrà l’onore e la responsabilità di rappresentare e guidare gli italiani». Ma dai territori c’è anche un gruppo di coordinatori di circoli del Partito democratico (Fuorigrotta, Bagnoli, Pianura, Soccavo Chiaiano) che ha diffuso un documento in cui si lamentano candidature “calate dall’alto”. Per de Magistris, invece, unica novità è Potere al Popolo. «Nei grandi partiti non ci sono segnali di particolare innovazione e inoltre già si vedono i grossi limiti del Rosatellum per cui le candidature sono scelte dagli apparati di partito», spiega il sindaco di Napoli: «l’unica vera novità” è rappresentata da “Potere al Popolo”, esperienza napoletana, «segno – sottolinea – che Napoli produce energie assolutamente positive». Ed ancora aggiunge: «Sarà – aggiunge – una campagna mediatica, di propaganda pura. Assisteremo a chi la sparerà più grossa». De Luca, invece, difende il suo lavoro e rilancia: «L’amministrazione non si fa con le chiacchiere o con le palle che vengono raccontate, come vedete, in questa campagna elettorale…vabbè lasciamo perdere. Si fa con le cose concrete e con la capacità amministrativa – ha aggiunto – perché le palle i cantieri non li aprono».