Francesca Cavaliere
Facebook, Twitter, YouTube, Instagram…chi più ne ha, più ne metta! Se un tempo erano in pochi ad utilizzare mezzi più tecnologicamente avanzati, come il Web – e più in generale i social network – per diffondere il proprio verbo, affidando alla Rete l’arduo compito di colmare quella frattura che si era ormai venuta a creare tra i cittadini e la politica, tra la società ed il Pa- lazzo, oggi, quasi tutta la popolazione politica italiana appare digitalmente attiva ed evoluta. I social pullulano di pagine ufficiali. Hashtag, post, video, foto: i politici italiani non si fanno mancare nulla. Così come le loro dichiarazioni che, sempre più spesso, passano attraverso le tastiere dei loro smartphone, finendo direttamente sui loro profili ufficiali. Eppure, tutto questo non basta. Non basta ai giovani, in particolar modo ai neo maggiorenni che, a marzo, verranno chiamati per la prima volta alle urne. Se si ragiona in termini di partecipazione alle prossime elezioni politiche da parte dei ragazzi nati nel 1999, le previsioni sono tutt’altro che rassicuranti. Un distacco, quello tra elettorato e politica, resosi già evidente nelle scorse tornate elettorali – sia amministrative che regionali – con un’alta percentuale di astensionismo, diffuso ad ogni fascia d’età. “Per molti ragazzi a 18 anni le priorità sono ben altre, e non capiscono quanto sia importante per il loro futuro comprendere la politica e quanto accade nella società”, afferma Simone, che ben presto raggiungerà la maggiore età. Un disinteresse limitato che trova, però, terreno fertile in una dilagante sfiducia nei confronti dell’intera classe politica. “Suppongo che i politici debbano interessarsi a tutta la popolazione, compresi noi ragazzi che, diciamocelo, rappresentiamo il futuro. Eppure, l’impressione è che da parte loro ci sia poco interesse verso di noi”, spiega la giovanissima Ludovica. Il problema, dunque, non deriverebbe dalle modalità o dai canali – tradizionali o meno – attraverso cui la politica si rivolgerebbe al proprio pubblico di giovani elettori, bensì risiederebbe nel messaggio stesso che, per molti ragazzi, sarebbe anni luce distante dalle proprie necessità ed aspirazioni. “L’impressione è che i politici siano lontani dal nostro mondo, o comunque se ne interessino ben poco”, sottolinea la neo maggiorenne Benedetta. Eppure, la volontà di integrarsi all’interno di quel complesso ecosistema che la società contemporanea rappresenta, è forte. Ed è proprio nei confronti di quel diritto/dovere così tanto bistrattato negli ultimi tempi, che c’è chi, nonostante qualche indecisione, si impegnerà a non arrivare impreparato quel fatidico giorno: “Alle prossime elezioni andrò sicuramente a votare. Nonostante non abbia ancora le idee chiare, mi informerò per tempo su Internet, senza che siano gli altri a darmi consigli o suggerimenti”, spiega Christian, anche lui prossimo al diciottesimo anno d’età.