“Ed ora sono spariti i circoli d’ansia
che discorrevano il lago del cuore
e quel friggere vasto della materia
che discolora e muore.
Oggi una volontà di ferro spazza l’aria,
divelle gli arbusti, strapazza i palmizi
e nel mare compresso scava
grandi solchi crestati di bava….”. (Eugenio Montale)
Salerno si è risvegliata, ieri mattina, battuta dalla tramontana, il vento gelido che ha spento il sorriso di Aldo Santarpino. Maestro assoluto di amicizia e disponibilità, simbolo di una specchiata onestà intellettuale ed estetica, racchiusa e finalizzata alla più assoluta devozione nei confronti della Musica, aveva posto al centro della sua vita il pianoforte, in tutte le sue sfaccettature, meccaniche e sonore, riuscendo con la sua “volontà di ferro” ad “accordare” il carattere, il timbro, le peculiarità di quello strumento con l’unicità del suo solista, sera dopo sera, su ogni tipo di ribalta. Da piccolo, all’età di 11 Aldo scopre una grande passione per la meccanica in genere e per il pianoforte che già studiava, aiutato molto dal suo orecchio assoluto naturale. Nel 1981 apre la ditta di pianoforti che porta il suo nome e, creandosi immediatamente l’esigenza del servizio tecnico, si trasferisce a Pescara, presso la ditta Fabbrini, la più importante del mondo nell’ambito del grande concertismo. Di lì la frequentazione e la collaborazione con i massimi festival e teatri nazionali e internazionali, il dialogo con i pianisti del gotha della musica da Schiff a Bollani, da Pollini a Zimmerman, poiché le fila della riuscita o meno di una performance, passano dalla sapienza e dall’esperienza dell’accordatore. A volte si pensa alle giornate in cui scompare una persona, benvoluta e stimata da tutti, innumerevoli le testimonianze che possiamo leggere sui social. Al teatro Verdi è in scena Traviata, una condanna, il sacrificio, la generosità di Violetta, vittima di una società egoista e falsa, ligia alla “buona” regola dell’immagine esteriore, su di un corpo marcio e putrido. “Tempus fugit” ha intimato la vita per Violetta e Aldo, e in un mondo ove coscienza e i sentimenti, disvivere più che vivere ossia la vita quotidiana è intesa quale consumo veloce, consunzione oscura, spendita e ricarica inerti, abbandono, cieca soddisfazione, sopraffazione, una parola, l’incontro con Aldo, potevano assolverti e redimere. Oggi, in un tempo particolare, in attesa della Nascita, affiora in coloro che l’hanno conosciuto, insistente, sottile e nostalgico di emozioni, colori, profumi, vivificati dall’ascolto di una specie di racconto, un filo di storia breve e pur intensa, “piena”, oggi resa disperata, e insostenibile, per la famiglia e tutti gli amici, dall’agire quieto, incessante e inesorabile, delle grandi leggi di natura, capaci di svelare il segreto di quell’anima senza tradirla, gettandovi soltanto un raggio di luce obliqua. La cerimonia funebre verrà celebrata questa mattina nella Chiesa di Santa Maria delle Vergini, in Scafati, alle ore 10,30. Nel rinnovare commossamente il ricordo della sua figura umanissima, Olga Chieffi, Antonio Florio, Paolo Francese, unitamente all’intera redazione de’ Le Cronache del Salernitano, si stringono con grande affetto all’inconsolabile moglie Rosa Palamone alle figlie Giulia e Simona, alla madre Ida Catapano, ai fratelli Liberato e Massimo.