A Baronissi nella cornice del Parco del Ciliegio il quartetto della vocalist, incontrerà il sax tenore di Daniele Scannapieco, ospite della XX edizione dei Concerti d’Estate di Villa Guariglia in tour firmati da Antonia Willburger
Di OLGA CHIEFFI
Lester Young, con quella arguzia immaginosa e un po’ obliqua che faceva di lui il più memorabile coniatore di titoli, pseudonimi e nomignoli nel mondo del jazz, chiamava Ella Fitzgerald “Lady Time”. E’ alla grande cantante che, lunedì 31 luglio, nel Parco del Ciliegio di Baronissi, volerà il pensiero, quando le luci si accenderanno sul quartetto della vocalist Simona De Rosa che avrà al suo fianco il sax tenore di Daniele Scannapieco, il fratello Tommaso al contrabbasso, Michele Di Martino al pianoforte e Luigi del Prete alla batteria, ospite della XX edizione dei Concerti d’Estate di Villa Guariglia in tour firmati da Antonia Willburger e promossa dal CTA. Una serata, questa, in cui Simona De Rosa esplorerà tutte le aree del canto nero e jazzistico, con un tributo ad Ella Fitzgerald, della quale celebriamo il centenario della nascita, ponendosi con grande personalità a rileggere i gioielli dello sterminato songbook americano. La serata che rispecchia nel titolo l’umiltà di chi fa seriamente musica, “With respect to Ella”, vivrà del confronto con quella tra le voci afroamericane che più immediatamente corrisponde all’ideale della “cantante di Jazz” coltivato dai non iniziati, dagli ascoltatori profani, ma è anche la musicista più pura, più naturale, capace di integrarsi in un contesto strumentale con grazia e immediatezza. Una personalità matura quella di Simona De Rosa, che si porrà sulle tracce di Lady Time, con un intenso fraseggio, incisivo, con un equilibrio timbrico tra luci ed ombre di rara suggestione e con un gentile ma deciso margine agro, una grana ricca, tangibile anche nella grazia degli acuti, a dare al suo strumento un senso immediato di coinvolgimento esistenziale, per evocare quel candido e vivace umorismo, di una voce che, però non appare mai fragile o vulnerabile, non lasciando spazio al silenzio, al dubbio, all’incoerenza, all’incertezza semantica, così come il suo mobile e risonante strumento vocale mai marcato da quelle impurità, da quelle lacerazioni o crudezze talvolta necessarie per descrivere le sfumature di un’emozione. Un quartetto che giocherà sull’agilità caleidoscopica del ritmo, sull’abilità strumentale e nell’immediata irreprimibile stupefazione per la prova vocale di Simona De Rosa, attraversando momenti di misteriosa e straniante felicità espressiva e l’obliquità nell’evocazione di una stimolante atmosfera.