di Viviana De Vita Nove rinvii a giudizio, un proscioglimento ed un patteggiamento. Si è conclusa così l’udienza preliminare, davanti al Gup Dolores Zarone, sul caso Corisa 2, lo scandalo giudiziario sul Consorzio di Bacino. Scatta il processo per l’ex presidente del Corisa 2 Dario Barbirotti e l’ex direttore generale Filomena Arcieri. I due imputati, assistito dagli avvocati Silverio Sica e Guglielmo Scarlato, dovranno presentarsi il prossimo 11 novembre davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Salerno. A dibattimento con loro anche l’ex revisore amministrativo Pellegrino Barbato (ora presidente di Salerno Pulita), la coordinatrice dei servizi del Consorzio Adele D’Elia, i revisori amministrativi Olga Buonomo e Luciana Catalano, il consulente Luigi Salvato e i gestori di due distributori carburante Nicola Capasso di Pianura e Armando Caccavallo di Giugliano assistiti dagli avvocati Genserico Miniaci, Lucio Basco, Federico Conte e Antonietta Cennamo. Sentenza di non luogo a procedere, invece, per Antonio Paciello. Pena patteggiata, infine, per il coordinatore contabile Donato Cuozzo, assistito dall’avvocato Arnaldo Franco, che è stato condannato a 2 anni di reclusione. Il rinvio a giudizio di Barbirotti va a incidere anche nel procedimento penale in cui l’ex presidente querelò Antonio Iannone che commentando l’inchiesta ebbe parole di fuoco contro la gestione del Consorzio. La necessità di un processo dimostra che quelle critichge politiche avevano un fondamento. Ha quindi retto, al vaglio del Gup, l’impianto accusatorio formulato dal sostituto procuratore Marina Guglielmotti che, sulla base della denuncia sporta dal commissario liquidatore Corona, ipotizzava un’associazione per delinquere finalizzata all’utilizzo illecito di denaro pubblico. A corroborare l’impianto accusatorio sono poi state le ammissioni accusatorie rese da Cuozzo che ha fatto luce su tutti gli episodi contestati: dal pagamento di ore di lavoro straordinario mai effettuate alla contraffazione delle buste paga e all’uso privato di carte aziendali per il rifornimento di carburante, vero e proprio cuore dell’inchiesta. Tra gli addebiti contestati dalla Procura vi è quello di aver consentito ad alcuni dipendenti di utilizzare le carte del consorzio per autostrada e carburante anche in zone non servite dalla società e al di fuori dall’orario di servizio, provocando – solo per questo capitolo – un danno economico di 800mila euro. Altri 235mila euro sarebbero stati versati per il pagamento di ore di lavoro straordinario mai effettuate. Nel registro degli indagati sono finiti per questo anche 146 dipendenti, molti dei quali già rinviati a giudizio, in relazione a buste paga e dichiarazioni (per un totale di 205 documenti) attestanti redditi non veritieri per 1.174.257,64 al fine di consentire ai dipendenti di percepire finanziamenti da società finanziarie. L’inchiesta si è poi arricchita di nuovi tasselli in seguito alla richiesta di una integrazione probatoria sollevata dal Gup. Nei mesi scorsi sono infatti stati ascoltati i dipendenti del Consorzio di Bacino Salerno 2 Anna Bucella ed Anna Samele; il direttore generale del Consorzio Franca Florenzano; il segretario del Consorzio di Bacino Maria Tripodi; il commissario liquidatore Giuseppe Corona e il ragioniere del Consorzio di Bacino Donato Cuozzo. I dipendenti del Consorzio hanno affermato di aver ricevuto da Barbirotti «diversi scontrini di spese extra effettuate» ma di non aver fatto altro che «fotocopiarli e consegnarli con gli originali direttamente all’ufficio economato del Consorzio. Sulla stessa riga degli altri anche le nuove dichiarazioni rese da Corona.
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